PALERMO – Il conto corrente dell’Istituto autonomo della case popolari di Palermo è stato pignorato. L’Amap batte cassa. Vanta un credito di oltre 15 milioni di euro per consumi idrici. Si tratta di bollette non pagate da chi occupa gli immobili. La stragrande maggioranza lo ha fatto abusivamente, come nel caso di interi edifici nel rione Zen.
Lo Iacp è stato condannato nel 2013 a pagare il debito. Nessuno all’Istituto ha deciso di impugnare la decisione divenuta definitiva. Il primo decreto ingiuntivo è andato a vuoto ed è stato riproposto nel 2016. Niente di fatto.
Si arriva, dunque, al pignoramento presso terzi dell’inizio di questo mese. Sono stati bloccati i soldi che l’Istituto ha depositato in banca. Non potendo operare sul conto corrente a rischio c’è anche il pagamento del personale, tanto che il commissario straordinario Fabrizio Pandolfo ha chiesto ad Amap di potere almeno sbloccare 310 mila euro che servono per gli stipendi di gennaio. Sul tavolo c’è una ipotesi di transattivo che le parti sarebbero pronte a sottoscrivere per mettere fine alla vicenda.
Resta la storia dei debiti. Dagli anni Ottanta ad oggi migliaia di famiglie non hanno pagato i consumi di acqua, e neppure gli affitti per la verità. Mancano persino le volture dei contatori che non furono attivati da chi ha occupato abusivamente le case. Lo Iacp avrebbe voluto bloccare tutto, ma ci fu un intervento del prefetto: non si potevano sloggiare tremila persone e neppure staccare la fornitura idrica.
Lo sfascio dei conti era stato messo nero su bianco dall’ex direttore generale Vincenzo Pupillo. Fu quest’ultimo a parlare di “maldestra gestione”. Fino al 2014 era lo Iacp a pagare le bollette per ripartire i consumi a chi occupava le case all’interno delle quali non c’era neppure il contatore.
Il punto è che si tratta di immobili di cui sono proprietari la Regione e una serie di enti, molti dei quali disciolti (Ina Casa, Icogap, Gescal, Incis), e il demanio dello Stato. Le bollette Amap, però, vengono spedite all’Istituto autonomo case popolari. Con una differenza: in passato non sono state contestate, e si è arrivati al pignoramento di 15 milioni (10 di consumi e 5 di interessi), mentre ora vengono rispedite al mittente. Vanno ad ingrossare un fascicolo che prima o poi sfocerà in un nuovo contenzioso.
La vicenda Iacp-Amap fu una di quelle che provocò la reazione di Pupillo. Contestava che negli ultimi anni erano state pagate parcelle per 400 mila euro ad avvocati esterni incaricati di fare valere in giudizio i diritti dell’ente, “ma non è stata recuperata alcuna morosità”. Lo scorso novembre l’incarico di Pupillo, oggi in pensione, è stato revocato. Ma questa è un’altro capitolo.
LA NOTA DELL’AMAP
Con riferimento alla vicenda della esecuzione della sentenza relativa al saldo del debito dello IACP di Palermo nei confronti dell’Amap, si precisa che l’azienda ha già dato autorizzazione al prelievo dai conti dell’Istituto delle somme necessarie per il pagamento degli stipendi dei dipendenti.
Più in generale, si chiarisce che l’atto di pignoramento è dovuto nell’ambito dell’azione giudiziaria in corso e in attesa che, dopo il prossimo 5 febbraio, si conosca la operatività o meno dell’art. 10 della legge finanziaria regionale del 2021 nel quale, su proposta dell’assessore Marco Falcone, è stato previsto l’utilizzo dei fondi ex Gescal per il pagamento delle somme arretrate.
Proprio con l’assessore, oltre che ovviamente con lo IACP e con il Sindaco di Palermo, si è inoltre avviato un confronto per individuare una soluzione “a regime” del problema della fatturazione dei consumi negli immobili dello stesso Istituto.