Palermo, Iacp: i morosi non pagano, dipendenti senza stipendio

Palermo, Iacp: i morosi non pagano, dipendenti senza stipendio

Il conto corrente del'Istituto per le case popolari è stato pignorato da Amap. Stato di agitazione

PALERMO – I dipendenti dello Iacp di Palerno hanno proclamato lo stato di agitazione. Non hanno percepito lo stipendio di gennaio. Colpa del blocco del conto corrente dell’Istituto autonomo case popolari, pignorato su richiesta dell’Amap.

Come ha ricostruito Livesicilia la società che gestisce la distribuzione dell’acqua in città vanta un credito di 15 milioni di euro. Sono i soldi delle bollette non pagate da chi occupa, per lo più abusivamente, le case popolari. Ci sono interi edifici allo Zen non in regola con i pagamenti.

In realtà le case, in molti cosi, non appartengono più allo Iacp che però in passato non si è opposto alla richiesta di pagamento avanzata da Amap che pertanto ha in mano un titolo definitivo per incassare.

Amap e Iacp stanno valutando una transazione, anche tenendo conto che dei 15 milioni di euro quasi sei sono costituiti da interessi. La società si era anche detta disponibile a sbloccare 310 mila per consentire all’Istituto di pagare i 120 dipendenti. Una procedura che non sembrerebbe praticabile, si può sbloccare l’intera somma e non una sua parte.

E così stamani i dipendenti si sono riuniti in assemblea. Presenti i rappresentanti delle sigle sindacali Rsu, Csa, Cgil, Cisl e Uil.

Tutti concordi nel dire che “l’annoso problema non può ricadere sulle spalle dei lavoratori che vivono di stipendio e sono molto preoccupati”. Chiedono “l’intervento risolutivo della politica”.

“La vicenda degli stipendi è la più urgente, ma non l’unica – spiega Nicola Scaglione, rappresentante della sigla Csa -. È impensabile che il più importante Istituto autonomo case popolari, a differenza di quello delle altre province, non abbia un Consiglio di amministrazione. Si va avanti con incarichi a termine affidati al direttore e al commissario. Ed invece servirebbe continuità amministrativa in un ente che si occupa di un bene primario qual è la casa e che si misura con uno strato della popolazione che soffre condizioni di disagio. Si tratta – conclude Scaglione – di un servizio sociale imnportantissimo che i lavorarori portano avanti con dedizione”.

Dall’assemblea parte un invito chiaro all’assessore regionale alle Infrasrttture Marco Falcone affinché si faccia promotore di un incontro per risolvere la vicenda.


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