Palermo, la mafia e Falcone| Parla il boss Rosario Gambino - Live Sicilia

Palermo, la mafia e Falcone| Parla il boss Rosario Gambino

Dopo 55 anni è tornato a Palermo, dove è iniziato il nuovo processo d'appello che lo vede imputato. Il boss Rosario Gambino, coinvolto in America nell'inchiesta Pizza Connection, non si sottrae alle domande dei cronisti: "Ho pagato il mio conto con la giustizia".

PROCESSO D'APPELLO
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PALERMO – “Palermo? L’ho trovata meglio in tutto. Più pulizia, più negozi, più attività. Bene, bene veramente”. Parola di Rosario Gambino che ha fatto rientro in città 55 anni dopo essere partito per l’America. Oltreoceano cercava fortuna e vi ha trovato le manette. Il boss finì coinvolto nell’inchiesta Pizza Connection quando il pool investigativo coordinato da Giovanni Falcone smantellò i traffici internazionali di droga.

Mentre la mafia ammazzava prima Falcone e poi Paolo Borsellino, Gambino, 70 anni compiuti, stava scontando i 25 anni di carcere che gli sono stati inflitti in America. Come accolse la notizia? “La morte è sempre un fatto spiacevole. Chiunque sia a morire”, dice seduto su una panchina del Palazzo di giustizia. Gambino ha partecipato alla prima udienza del nuovo processo d’appello in cui è imputato. Nel dicembre del 2010 è stato condannato a vent’anni. Condanna annullata con rinvio dalla Cassazione. Da qui la necessità di celebrare un nuovo dibattimento di secondo grado. Il suo legale, l’avvocato Anthony De Lisi, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale: Gambino sarebbe stato giudicato senza che fosse mai venuto a conoscenza della celebrazione del processo. Non sarebbe stato così garantito il suo diritto di difesa. Il legale ha anche proposto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale, chiedendo di ascoltare testimoni e collaboratori di giustizia. La Corte deciderà il prossimo 6 novembre.

Nel frattempo Gambino, accompagnato dalla moglie e da alcuni parenti, si dice già soddisfatto “per questa udienza democratica”. Così l’ha definita, aggiungendo che “mi ha fatto capire che vogliono fare le cose in ordine. Ho pagato il conto con la giustizia in America. Ritengo di essere stato condannato ingiustamente. In America è stato un inferno. Ho scontato venticinque ani più tre in Italia. Non ci sono carte che giustificano un mio processo in Italia. Fino al ’79 ero una persona pulita, poi improvvisamente sono diventato un pericoloso criminale. Una volta concluso il processo in Italia, cercherò di fare riaprire quello in America”.

La Suprema Corte ha annullato quattro volte con rinvio l’arresto di Gambino finito in manette nell’ottobre scorso in una clinica di Roma. Secondo la Cassazione erano ampiamente decorsi i termini di fase dal momento che il mandato di arresto, ottenuto dall’Italia, era per associazione semplice e non mafiosa. Il 5 luglio scorso, la scarcerazione con l’obbligo di dimora a Palermo. Ora il nuovo processo.

 


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