PALERMO – Giuseppe Incontrera ed Emanuele Burgio litigarono poco prima di venire uccisi a colpi di pistola. Incontrera era diventato un capo. Lo hanno assassinato una mattina di giugno dell’anno scorso, alla Zisa. Burgio, invece, ha smesso di vivere una sera di maggio 2021, alla Vucciria. Si muoveva nel sottobosco della droga. Pochi mesi prima del delitto, tra il 22 ed il 23 marzo 2021, Alessandro Cutrona, arrestato in un recente blitz, fu chiamato a dirimere lo scontro per il debito di un personaggio soprannominato “Alì Babà”.
Tutta colpa di una bici
Aveva comprato una bici. Burgio aveva fatto da intermediario, divenendo garante del pagamento. Fu convocato ad una riunione presieduta da Incontrera. C’erano anche Cutrona e Giuseppe Giunta, pure lui arrestato. “… il figlio di Filippo che c’è una discussione, che vogliono a lui sopra e ora lo devo prendere e lo devo portare là sopra”, diceva Cutrona, riferendosi a Filippo Burgio detenuto per mafia ed estorsione. Era l’uomo che teneva la cassa delle estorsioni della famiglia di Palermo Centro. Storico il suo rapporto con Gianni Nicchi, arrestato nel 2009 all’apice di una carriera criminale che lo aveva portato alla reggenza di un altro mandamento, quello di Pagliarelli.
La riunione
La questione del debito fu affrontata in una riunione. Incontrera rimproverò Burgio: “Ti ricordi?… ci deve dare qualche cosa a noialtri… lo vedi, allora, che tu tinni futtisti”. Burgio capì che tirava una brutta aria: “… a me non interessa… ora se lui non prende la pensione e se l’è spesa per me lo disintegrare”. Cutrona prese in mano la situazione e si recò dal debitore: “… tu ora devi andare a prendere i soldi… come tu sei rimasto con Manuele che Manuele ci è andato a mettere la faccia malafiura a Manuele non gliene fai fare”. La storia della lite viene ricostruita nel numero del mensile S in edicola.