Palermo, mafia: 10 condanne definitive, c'è pure l'ex politico - Live Sicilia

Palermo, mafia: 10 condanne definitive, c’è pure l’ex politico

Si chiude in Cassazione uno dei tronconi del blitz Apocalisse

PALERMO – Dieci condanne definitive, tra cui quella di un ex politico, in uno dei tronconi del processo nato dal blitz “Apocalisse” che colpì boss, gregari ed estorsori delle cosche palermitane di Tommaso Natale, Resuttana, Partanna Mondello, San Lorenzo e Acquasanta.

Una sola condanna annullata con rinvio dalla Cassazione. Per Giuseppe Messia, difeso dagli avvocati Claudio Gallina Montana e Giovanni Mannino, si dovrà celebrare un nuovo processo. In appello era stato condannato a sette anni.

C’è anche una assoluzione definitiva. Ed è quella di Camillo Graziano, classe ’67. In primo grado era stato condannato a 15 anni. In appello il verdetto fu ribaltato e l’imputato, difeso dagli avvocati Loredana Lo Cascio e Raffaele Bonsignore, venne assolto. La Procura ha fatto ricorso in Cassazione, la difesa ha resistito ed è stato rigettato. Da qui l’assoluzione definitiva.

Condanna definitiva per Domenico Barone (13 anni e mezzo), Giuseppe Calvaruso (17 anni e 10 mesi), Girolamo D’Alessandro (2 anni e 8 mesi), Ignazio Di Maria (14 anni e mezzo), Salvatore D’Urso (16 anni), Sebastiano Filingeri (16 anni), Girolamo Taormina (13 anni), Agostino Matassa (14 anni e mezzo) e Francesco La Barbera (7 anni).

Giuseppe Faraone

Dovrà scontare quattro anni e mezzo Giuseppe Faraone, ex assessore alla Provincia e consigliere comunale. Anche per lui i supremi giudici hanno reso definitiva la condanna.

Faraone, eletto nel 2012 nella lista “Amo Palermo”, poi è transitato nel gruppo Megafono-Drs. Nello stesso anno tentò anche la corsa all’Ars nella lista del futuro presidente della Regione, Rosario Crocetta. Fu il primo dei non eletti.

Il processo a suo carico si fondava sulle intercettazioni telefoniche e sulla denuncia di Antonino Arnone, un imprenditore nel settore della segnaletica elettorale, che il politico avrebbe messo in contatto con il boss che pretendeva la messa a posto dell’azienda. “Messa a posto? – rispose accorato Faraone durante l’esame in aula – queste parole mi fanno schifo, non so neanche cosa significhino. Io ho sempre e solo chiesto sostegno elettorale”.

Il processo “Apocalisse” nasceva dall’indagine coordinata dai pm Annamaria Picozzi, Amelia Luise, Roberto Tartaglia e Dario Scaletta, che portò a due blitz nel 2014 e nel 2015.


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