PALERMO – L’obiettivo finale sarebbe stato acquisire la gestione del complesso turistico Heron’s Bay di Marsala. Per questo il boss Giuseppe Calvaruso avrebbe organizzato un’operazione finanziaria fittizia, uno stratagemma per sfuggire alle misure di prevenzione.
Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, all’affare avrebbe partecipato anche l’imprenditore bagherese Giuseppe Bruno arrestato in Brasile dove si è trasferito a vivere alcuni anni fa.
Anche Bruno si sarebbe mosso con la stessa motivazione del capomafia di Pagliarelli visto che il padre Francesco nel 2008 ha subito una confisca definitiva del patrimonio. Stando alla ricostruzione patrimoniale dei finanzieri del Gico sul patto Calvaruso-Bruno sarebbe nato un asse da 50 milioni di euro ma la stima del valore complessivo delle società e dei beni schizza fino a 500 milioni.
Al centro della vicenda c’è la “Piramide costruzioni e immobiliare srl”, che sarebbe riconducibile a Calvaruso e Bruno, locataria del residence di Marsala di proprietà della società “Gli Aironi”.
Ad un certo punto la Piramide sarebbe stata ceduta, solo fittiziamente però, alle società di diritto estero “Leader trading solution Sa” e Reignestate properties Ltd”. “Gli Aironi”, amministrata da Carlo Savioli, avrebbe fatto preparare dal professionista Stefano Tamburini un contratto di affitto con cui la società affidava alla Piramide la gestione amministrativa contabile e finanziaria.
Il contratto sarebbe stato “sfavorevole” a “Gli Aironi”. Sarebbe la spia, secondo la Procura di Palermo, dello stratagemma orchestrato da Calvaruso e Bruno iniziato con il trasferimento all’estero delle quote della Piramide.
In passato, non per l’Heron’s Bay di Marsala ma per altri affari (ad esempio nel caso dei negozi Hessian) Calvaruso si era difeso sostenendo che se era limitato a svolgere dei lavori con la sua impresa edile. Qui ci sarebbero stati movimenti di denaro su conti bancari all’estero.