Palermo, mafia e appalti: i misteri non finiscono mai

“Mafia-appalti e calunnia”. Natoli: “Quella frase non l’ho scritta io”

Una lettera dell'ex pm apre un nuovo caso

PALERMO – L’atto finale dell’insabbiamento dell’inchiesta sarebbe stata la distruzione dei nastri delle intercettazioni telefoniche.

La Procura di Caltanissetta ha iscritto nel registro degli indagati l’ex pubblico ministero di Palermo Gioacchino Natoli per favoreggiamento aggravato. Una vicenda che si porta dietro anche una ipotesi di calunnia.

La guardia di finanza ascoltava le conversazioni dei mafiosi sospettati di avere fatto affari sporchi con i vertici del gruppo Ferruzzi-Gardini. Storia di cave e appalti miliardari. Dopo quattro mesi gli investigatori scrissero che non erano emersi spunti utili.

E così Natoli chiese l’archiviazione spiegando che “gli esiti di tali investigazioni non hanno consentito però di accertare circostanze specifiche, singoli episodi o altri elementi di fatto che possano ricollegarsi ai fatti criminosi ipotizzati (associazione di tipo mafioso e riciclaggio di denaro sporco) e non invece a normali rapporti commerciali, legati alle partecipazioni e alle cointeressenze dalle suddette società ed altre note ed importanti società operanti nel settore marmifero o in altri a quello correlati”.

Quando si inizia a parlare delle bobine con le intercettazioni il 6 febbraio 2024 Natoli invia alla Procura di Caltanissetta un file.

Oggetto: “brevi note di chiarimento”. L’ex magistrato spiega che nel giugno del 1992, quando era sostituto procuratore a Palermo, aveva disposto la smagnetizzazione delle intercettazioni. Non erano emersi elementi utili alle indagini e la prassi voleva che costosi nastri venissero usati per altre indagini.

Natoli ritiene che qualcuno ha aggiunto a penna la frase “e la distruzione dei brogliacci”. Quel qualcuno, secondo l’ex magistrato, oggi in pensione, sarebbe l’allora dirigente dell’ufficio intercettazioni, il funzionario Damiano Galati.

Risultato: i pm di Caltanissetta contestano a Natoli, oltre al favoreggiamento aggravato e al tentativo di pilotare l’esito di un processo, anche l’ipotesi di calunnia aggravata perché avrebbe “incolpato Galati sapendolo innocente”.

Alla fine le registrazioni (leggi l’articolo: Strage Borsellino, il mistero delle 190 bobine dimenticate nei sotterranei), non furono distrutte e di recente sono state recuperate e riascoltate.


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