Belmonte: niente mafia e niente carcere, vanno ai domiciliari

Palermo: niente mafia, niente carcere e detenzione domiciliare

Via libera alla misura alternativa

PALERMO – Gli imputati condannati vanno in detenzione domiciliari. Secondo il giudice Paolo Magro, “la detenzione domiciliare appare più idonea rispetto alla sanzione”.

Ad Agostino Giocondo, Giuseppe Martorana, Salvatore Billeci e Pietro Gaeta, tutti di Belmonte Mezzagno, lo scorso maggio sono stati inflitti tre anni ciascuno di carcere per detenzione di armi. L’accusa di mafia non ha retto. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Rocco Chinnici, Michele Giovinco e Giuseppe Vinciguerra. C’erano stati due assolti: Salvatore Giocondo e Vincenzo Sunseri, difesi dagli avvocati Armando Crini e Rosanna Vella.

Nelle intercettazioni parlavano di un revolver calibro 38 special Smith& Wesson con matricola abrasa, un fucile da caccia Winchester calibro 12 con matricola parzialmente punzonata, e tante munizioni. Si faceva anche riferimento ad altre armi.

Le difese avevano chiesto l’applicazione di una misura alternativa al carcere (erano già ai domiciliari): detenzione domiciliare o lavori di pubblica utilità. Il giudice ha deciso per gli arresti in casa, sulla base della riforma Cartabia.


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