PALERMO – La saga dei Riina si arricchisce dell’ennesima storiaccia. A far parlare di sé stavolta ha provveduto Maria Concetta, uno dei quattro figli del defunto capo dei capi di Cosa Nostra. La Procura di Firenze vorrebbe arrestarla assieme al marito, Tony Ciavarello. Solo la Cassazione può evitargli il carcere. Si vedrà.
I figli del padrino stragista ci hanno messo del proprio. Non hanno vissuto sempre e solo all’ombra maleodorante del padre. Non si parla solo di pacchiani atteggiamenti di sfida o ostentazione, ma di reati. Commessi o anche solo ipotizzati.
Giovanni, l’ergastolano
Giovanni Riina è quello che ha abbracciato in pieno la causa mafiosa. Resterà, come il padre, in carcere fino alla fine dei suoi giorni. Lo hanno condannato all’ergastolo per tre omicidi commessi nel 1995. Come fanno molti detenuti al “fine pena mai” ogni tanto cerca di rimescolare le carte. Qualche mese fa fatto ricorso contro l’applicazione del 41 bis, ma il tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato che deve restare al carcere duro, regime a cui è sottoposto dal 1996.
Pesa la sua attuale pericolosità sociale e il fatto che la famiglia, benché sulla carta sia priva di introiti economici, continua a vivere senza alcun problema. Segno che “l’ingente patrimonio illecito accumulato nel corso degli anni” resta solido nonostante l’arresto e la morte del padre nel 2017. “Se recupero pure un terzo di quello che ho, sono sempre ricco”, diceva Totò Riina in carcere, intercettato dalla Dia.
Salvuccio, la mafia e la scrittura
Salvo Riina, il terzogenito del capo dei capi di Cosa Nostra e già condannato per mafia, ogni tanto batte un colpo. Ha viaggiato in Inghilterra e Francia. Sposato con una rumena, il radar per ultimo lo ha localizzato vicino Valencia, in Spagna.
Scrittore – tante polemiche suscitò l’ospitata a Porta a Porta nel 2016 per presentare il suo libro – e blogger nel passato di Giuseppe Salvatore Riina c’è una condanna per mafia a 8 anni. Stava tentando di riorganizzare una cosca. Nel 2023 tornò a Corleone. L’allora sindaco Nicolò Nicolosi lo bollò come “cittadino indesiderato”.
Non se ne sta in silenzio, usa i social per rivendicare di essere un Riina. “Quello che sono diventato lo devo ai miei genitori che non mi hanno fatto mancare nulla”, scrisse una volta.
Lucia, la pittrice
Un po’ meno esposta sembrerebbe la più più piccola di casa, Lucia Riina, pittrice e (quasi) ristoratrice. Certo non brillò in riservatezza quando decise di aprire un bistrò a Parigi. Nome? “Corleone by Lucia Riina”. Il locale ormai è chiuso. Di lei e del marito Vincenzo Bellomo si sono avute notizie di un passaggio addirittura in Kazakistan.
Maria Concetta e Tony Ciavarello
Maria Concetta e Tony Ciavarello si sono invece trasferiti dalla Puglia a Malta, dove il marito è stato arrestato lo scorso febbraio. Nel carcere di Rieti fece uno sciopero della fame per denunciare le lunghe attese per il rinnovo della carta di identità. Nel suo passato ci sono anche delle truffe e delle frodi.
Ciavarello aveva costituito, infatti, una società con sede virtuale a Londra che si occupava di varie attività, soprattutto in rete, tra cui la vendita di vini con il marchio Riina, una lotteria on line, l’assistenza a coppie interessate a “divorzi lampo” in soli 40 giorni. Questo servizio veniva offerto con un pacchetto “all inclusive” di appena 7.500 euro.
Ora gli viene contestata, assieme alla moglie Maria Concetta Riina, un’estorsione con l’aggravante mafiosa ai danni di due imprenditori toscani. Si torna a parlare di questioni giudiziarie. Niente a che vedere con i post social di Salvuccio che ad ogni anniversario della morte del padre non nascondere il suo amore per il defunto padre. Una volta postò la foto incorniciata del mafioso corleonese con accanto due rose rosse. E la scritta: “Ha vissuto, vive e vivrà sempre in noi”.
E piovono sempre i like. Meglio celebrare un’altra data, il 15 gennaio 1993. Giorno dell’arresto del capo dei capi.

