PALERMO – È una storia di mafia e pizzo di quindici anni fa. Oggi la sentenza con condanne pesanti e due assoluzioni.
Fu il pentito Giuseppe Cassaro a raccontare chi avrebbe imposto il pizzo nei rioni Arenella e Pallavacino e chi lo pagava fra commercianti e imprenditori.
Quello giunto oggi a sentenza uno stralcio di un’inchiesta che fotografò fatti compresi il 2007 ed il 2009. Alcuni imputati erano stati condannati in abbreviato.
Questi ultimi sono stati giudicati oggi dal Tribunale presieduto da Fabrizio La Cascia: Domenico Romeo 9 anni, Sergio Messeri 10 anni, Antonino Troia 8 anni, Riccardo Milano 10 anni e 8 mesi, Michele Patti 9 anni e 6 mesi, Sergio Giannusa 4 anni e 6 mesi. Sono stati tutti giudicati a piede libero.
Due assolti: Giovanni Riela e Guido D’Angelo, difesi dagli avvocati Salvo Priola, Jimmy D’Azzò e Gianluca Corsino.
L’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Dario Scaletta (all’inizio c’era anche Amelia Luise, oggi alla procura europea. Gli imputati dovranno risarcire i danni alle parti civili: un imprenditore (accompagnato nel percorso di denuncia dal comitato Addio Pizzo, assistito dall’avvocato Salvatore Caradonna), il centro studi Pio La Torre, il comitato Addio Pizzo e Sicindustria.
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