Palermo, ville con piscina e case: restituiti i beni mafioso dello Zen

Mafia, ville con piscina e case: restituiti i beni al boss dello Zen

La sentenza derlla Corte di appello

PALERMO – Condannato per mafia e socialmente pericoloso, ma arriva la revoca della confisca dei beni. La Corte di appello per le misure di prevenzione ha ribaltato il verdetto di primo grado nei confronti di Nicolò Ferrara, 71 anni, esponente di spicco del mandamento mafioso di San Lorenzo, uomo di Cosa Nostra nel quartiere dello Zen.

Restituiti i beni anche ai familiari. Si tratta di quattro ville, una con piscina, e tre appartamenti a Carini e Palermo, alcuni rapporti bancari.

Ferrara ha scontato 8 anni di carcere per mafia. Il collegio della quinta sezione della Corte di appello, presieduto da Aldo De Negri, non mette in discussione la conclamata appartenenza mafiosa di Ferrara. Bisogna però valutare la cosiddetta “perimetrazione” della sua pericolosità.

Ferrara è stato assolto dall’accusa di avere fatto parte di Cosa Nostra dal 1982 al 2003. Per scattare la misura di prevenzione bisognava provare almeno la sua “appartenenza rilevante”. Quando non c’è partecipazione all’associazione mafiosa può comunque verificarsi “un’azione, anche isolata, funzionale agli scopi associativi con esclusione delle situazioni di mera contiguità o di vicinanza al gruppo criminale”. Ed è proprio la contiguità che emerge nel caso di Ferrara, diventato mafioso a partire dal 2004 con “delega” di potere sullo Zen.

Le ville e le case sono stati comprati nel ’91-’92. Ferrara in quegli anni aveva anche una lecita disponibilità economica. È passata, dunque, la tesi difensiva degli avvocati Marco Clementi, Claudio Gallina Montana e Giovanni Mannino.


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