PALERMO – “Sono dei delinquenti, gente che per puro gioco ha rovinato la vita a Mauro. Seppure saranno condannati a 10 anni, 16 anni, Mauro purtroppo ha perso la libertà per tutta la vita”.
La voce tremante di Giuseppe Glorioso tradisce la sofferenza. È il padre di Mauro, studente palermitano di Medicina che nel gennaio del 2023 fu travolto da un pesante bici elettrica lanciata dai Murazzi a Torino. Oggi la sentenza di condanna in appello per Victor Ulinici, uno dei cinque giovani imputati, a cui sono stati inflitti sedici anni di carcere.
“Non si sono pentiti”
La giustizia fa il suo corso, ma non basta a lenire la sofferenza. La sofferenza di Mauro, costretto da quel giorno su una sedia a rotelle, e dei suoi familiari. Cosa ha detto oggi il giovane dopo il verdetto? “Non ne vuole parlare”, taglia corto il papà che ha seguito le udienze del processo e incrociato gli sguardi degli imputati: “Non ho mai visto pentimento da parte di queste persone, soltanto una paginetta di scuse scritta ogni volta il giorno prima delle udienze”.
“Era una zona a rischio”
Ci sono dei processi penali in corso e ci sarà una causa in sede civile contro il Comune di Torino: “ll luogo in cui si è manifestato l’evento, i Murazzi – spiega Giuseppe Glorioso – è un luogo già noto anche al Comune per essere una zona a rischio, dove erano previsti dei piani di intervento di messa in sicurezza negli anni precedenti. Purtroppo non sono stati mai messi in atto, se fossero stati messi in atto oggi Mauro non sarebbe nelle condizioni in cui oggi si trova“.
“Una sfida enorme”
Mauro ha davanti a sé “una sfida enorme”, come la definisce il padre. Lo sostiene l’affetto della famiglia e degli amici. Segue a distanza le lezioni di medicina: “Speriamo che veramente Mauro possa raggiungere questa laurea e possa diventare un medico perché è importante che si possa ricostruire una vita”. Se lo merita, come lo meritano i suoi familiari.

