PALERMO – Bastava pagare una tangente per ottenere uno sconto sulla Tares, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti. La Cassazione rende definitive quattro condanne. Una serie di truffe sono andate in prescrizione.
Gli ex funzionari comunali Antonino Borsellino, Gaspare Tantillo e Ida Ardizzone sono stati condannati a 5 anni e 6 mesi (lieve sconto rispetto ai 6 anni e 9 mesi inflitti in appello). Cesare Pagano ha avuto 5 anni e 4 mesi, (nel suo caso sono cinque mesi in meno rispetto all’appello).
Per tutti gli imputati, difesi dagli avvocati Ermanno Zancla, Ninni Reina, Massimo Motisi e Lorenzo Bonaventura, le pene sono state dimezzate rispetto alla sentenza di primo grado.
Annullata senza rinvio la condanna nei confronti di Giuseppe Vassallo (difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana) e Vittorio Ferdico (avvocati Roberto Tricoli e Luigi Miceli).
Una telecamera piazzata dai poliziotti della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della squadra mobile filmò impiegati e commercianti. Si incontravano negli uffici comunali di piazza Giulio Cesare, a Palermo. Un primo ammiccamento, poi l’appuntamento a domicilio.
Con i soldi “da pagare chiaramente in contanti, metà quando facciamo l’operazione e poi ci mettiamo d’accordo” l’imprenditore avrebbe ottenuto lo sconto sulla tassa dei rifiuti. “Tutti gli avvisi passati vengono cancellati”: garantivano i dipendenti del servizio Tares-Tarsu dell’Ufficio tributi.
Il Comune di Palermo era costituito parte civile e ha ottenuto un risarcimento dei danni, sia in questo processo che nell’altro ancora in corso e che vede imputati anche gli imprenditori.