Palermo: Russo e la donna cara al boss. E mail dal carcere

Mimmo Russo e l’assunzione della donna cara al boss. E-mail dal carcere

Mimmo Russo
Un posto di sottogoverno e lavoro nei supermercati

PALERMO – Un posto di sottogoverno in cambio di un pacchetto di voti e assunzioni nei supermercati da distribuire agli elettori. Alla vigilia della campagna elettorale del 2022 – anno in cui a Mimmo Russo, candidato per Fratelli d’Italia, non bastarono 805 voti per farsi rieleggere – l’ex consigliere comunale di Palermo avrebbe siglato un patto con due bagheresi: Francesco Tomasello e Antonio Prestigiacomo. Sarebbero stati questi ultimi, pur non ricoprendo alcun incarico ufficiale, a mettere a disposizione di Mimmo Russo il pacchetto di assunzioni in alcuni market con insegna Conad di prossima apertura.

“Trenta curriculum…”

“Tra qualche settimana trenta curriculum non più di trenta mi segui? Il novanta per cento ora… senza parlare per telefono ovviamente… mai parlare al telefono di curriculum perché lui è intercettato”: sono le parole registrate dal virus iniettato nel cellulare di Mimmo Russo mentre parlava con Tomasello e Prestigiacomo.

“La donna porterà…”

Forse il riferimento era ai precedenti per bancarotta di Prestigiacomo, il quale spiegava al consigliere comunale il metodo per controllare l’effettivo numero delle preferenze che avrebbe garantito a Russo: “... per quantificare i numeri di voti… io metterò una donna in appoggio a te… tutti i voti che la donna porterà… saranno… gli stessi perché la donna se ne prendono settecento… tu… te ne mando settecento”.

In cambio avrebbe chiesto a Russo, arrestato dai carabinieri per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico-mafioso, di aiutare l’amico Tomasello per “fargli fare politica… attenzionarlo dargli un po’ di visibilità”. “Tu stai tranquillo”, replicò il candidato. Aggiungendo: “... ti puoi prendere un terno… per un consiglio di amministrazione”. La mancata elezioni, però, fece saltare l’accordo.

“Ti raccomando di farla lavorare”

Tra coloro che dovevano essere assunti in un supermercato c’erano il figlio di un ergastolano del Borgo Vecchio e una donna che stava particolarmente a cuore al boss della droga Stefano Marino, di Brancaccio. Vicenda che emerge anche da alcune e mail che Marino è riuscito a inviare ad un amico dal carcere in cui era detenuto. ” … ti raccomando all’amico mio di farla lavorare capito cosi ho un pensiero in meno… “, scriveva il boss in una delle tante e mail di risposta ad altrettante ricevute.


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