Palermo, "minacce e aggressioni nei locali" contro la rivale in amore - Live Sicilia

Palermo, “minacce e aggressioni nei locali” contro la rivale in amore

Lei, lui e l'altra: una storia tormentata finita in tribunale
IL CASO
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PALERMO – L’udienza è stata fissata ad aprile. Le due donne si ritroveranno faccia a faccia in aula. Una come imputata e l’altra come parte civile. La prima non si sarebbe rassegnata alla relazione che la seconda aveva iniziato con il suo ex.

L’imputata è già stata condannata in primo grado (pena commutata in lavori socialmente utili) per un’altra storia simile: avrebbe girato foto e screenshot della rivale in amore a quattro amici. Nel nuovo processo fissato davanti al giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta a fare scattare la gelosia della dell’imputato è lo stesso uomo. Cambia la vittima.

La donna, secondo la ricostruzione del pubblico ministero Alessandro Macaluso, non avrebbe accettato la relazione “e si rendeva protagonista di numerosi contegni vessatori” che avrebbero provocato nella vittima (si costituirà parte civile con l’assistenza degli avvocati Cettina Coppola e Giovanni Agate) uno stato di ansia e paura. Gli episodi sono tanti: messaggi, videochiamate Instagram, visite notturne sotto casa, citofonate e aggressioni verbali. Ad aprile 2022 l’avrebbe aggredita tirandola per un braccio e stringendole le mani attorno al collo, mentre faceva l’aperitivo in uno noto locale a due passi da via Libertà.

Per tutto questo all’imputata era stato imposto il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna: casa, lavoro e persino il locale dell’aperitivo. Disposizioni che avrebbe violato e di cui ora è chiamata a rispondere oltre che alle minacce. Il giorno del compleanno della vittima cercò di entrare nel locale, un’altra volta ci riuscì. Voleva baciarla in bocca. Fin qui la versione dell’accusa confermata da una serie di testimoni. Anche la difesa è pronta a citarne diversi per dimostrare che le cose sarebbero andate diversamente. “Nulla di tutto ciò è avvenuto, la storia è diametralmente opposta, non c’era alcuna rivalità in amore, l’imputata aveva una relazione con l’uomo”, ha sempre sostenuto la difesa certa di poterlo dimostrare nel corso del processo.


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