PALERMO – Il reato è prescritto. Non si può più procedere nei confronti dell’imputata, Tiziana Maresca. Così ha stabilito la sentenza del Tribunale di Palermo. Né innocente, né colpevole. Qualcuno ha atteso invano una sentenza: è la vittima, che ha visto andare in fumo 250 mila euro.
Un primo step si era avuto nel 2020 quando al termine di un altro processo il giudice mandò assolta la donna dall’accusa di truffa e trasmise gli atti alla Procura ipotizzando la circonvenzione di incapace.
Nel frattempo, però, i fatti che risalgono al 2013 sono caduti in prescrizione. Maresca, 54 anni, secondo l’accusa avrebbe inizialmente sedotto un uomo di sette anni più grande di lui. Attraverso messaggi, e mail e telefonate gli avrebbe fatto credere di essere pronta a trasferirsi da Palermo a Firenze per vivere la loro storia d’amore.
Presto però sarebbero iniziate le richieste di denaro che servivano per i più disparati motivi: restituire un prestito all’ex fidanzato, aiutare un’amica, addirittura soddisfare le richieste di mafiosi che la ricattavano.
Alla fine il raggiro sarebbe ammontato a 250.000. L’accusa di truffa però non aveva retto ed era arrivata l’assoluzione nel merito con la formula per non avere commesso il fatto.
È iniziato un secondo processo per circonvenzione di incapace che si chiude con la prescrizione dichiarata dal giudice monocratico Sergio Ziino. L’avvocato Antonio Terranova, coadiuvato dai colleghi Walter Milano ed Elena Mamo, ha sempre sostenuto la tesi che i due avessero davvero vissuto una storia d’amore. Nessun raggiro e nessuna circonvenzione di incapace.