Palermo, morì a 50 anni: medici del Civico assolti

Palermo, morì a 50 anni: cadono le accuse, medici del Civico assolti

PALERMO – Cadono le accuse, sentenza ribaltata. La Corte d’appello ha assolto con formula piena Lelia Zummo e Floriana Adragna, medici dell’ospedale Civico di Palermo. Non sono responsabili dell’omicidio colposo di Giovanni Rinicella, deceduto nel 2016 all’età di 50 anni.

Dopo essere stato ricoverato e dimesso tornò in ospedale dove morì per un aneurisma. In primo grado i due imputati erano stati condannati a quatto mesi di carcere, pena sospesa, e al pagamento di un risarcimento dei danni.

Secondo la ricostruzione della Procura, Rinicella si recò al pronto soccorso con un terribile mal di testa. Rimase sotto controllo per due giorni e fu eseguita una Tac. Esito negativo e dimissioni. Rientrò a casa con la prescrizione di eseguire un’angiotac in una struttura esterna per poi tornare di nuovo in ospedale. Una volta a casa, però, due giorni dopo le dimissioni, l’uomo fu colto da malore.

Operato d’urgenza, il decesso avvenne dopo 13 giorni di coma. Secondo l’accusa, ci sarebbero stati i segnali per accorgersi della gravità del caso. Di avviso opposto gli avvocati delle difese, Giovanni Di Benedetto, Mauro Torti e Corrado Nicolaci.

A pesare sulla decisione una perizia eseguita solo in secondo grado. Il neurologo Leandro Provinciali e il medico legale Adriano Tagliabracci, entrambi docenti ordinari presso l’università di Ancona, hanno condiviso le conclusioni dei consulenti della difesa: Ornella Daniele, Paolo Procaccianti e Nuccia Albano.

Il decesso di Rinicella non è dipeso dall’operato dei medici del Civico che lo ebbero in cura al Pronto soccorso dal 16 al 18 aprile del 2016.


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