Palermo, morti 'sospette' al Civico: Caronia 6 mesi senza stipendio

Morti ‘sospette’: stop di 6 mesi per Caronia. Primario ammonito

Il chirurgo Francesco Caronia
Le decisioni del collegio disciplinare

PALERMO – Sei mesi di sospensione senza stipendio. È la punizione decisa dalla Commissione disciplinare per il chirurgo toracico Francesco Caronia. Si tratta del medico che ha denunciato le morti sospette all’ospedale Civico di Palermo.

Divieto di parlare con i media

Non era autorizzato ad avere rapporti con i media che si sono interessati al caso. C’è un divieto esplicito in tal senso, previsto dal codice di condotta valido per tutti i dipendenti pubblici e ripreso dal regolamento aziendale del Civico. La stessa commissione ha deciso anche di applicare la sanzione lieve della censura al primario Damiano Librizzi, sul cui operato si sono concentrate le critiche di Caronia.

A Librizzi verrebbe contestato di non avere segnalato il clima di tensione che si registrava in reparto. Il primario ha spiegato di avere preferito tutelare il rapporto professionale e amicale con il collega, piuttosto che inasprire il clima. Ad assisterlo in fase disciplinare è stato l’avvocato Francesca Ilenia Macaluso.

La notizia arriva dopo che una commissione straordinaria di esperti voluta dall’assessorato regionale alla Sanità ha stabilito che “relativamente ai casi clinici attenzionati dagli organi di stampa a seguito delle dichiarazioni del dottor Caronia questa commissione non rileva profili di censurabilità sull’attività espletata dall’unità operativa di Chirurgia toracica”.

Il caso mediatico

Il caso mediatico esplose lo scorso maggio. Caronia a partire dal 2022 ha presentato otto esposti esposti alla magistratura parlando di “morti sospette” causate da “errori grossolani” in sala operatoria. Dopo le denunce in Procura il chirurgo si è rivolto al deputato regionale Ismaele La Vardera e la vicenda ha avuto una risonanza nazionale.

Caronia ha consegnato al politico e ai pubblici ministeri le registrazioni delle conversazioni con i colleghi del reparto. Alcuni passaggi erano inquietanti e per questo è ancora in corso un’inchiesta della Procura che si è mossa parallelamente, ma con tempi diversi, ai commissari.

Le registrazioni di Caronia al Civico

Tra i casi denunciati c’era quello di una donna di 37 anni morta per le complicazioni dopo un intervento in anestesia totale che, secondo Caronia, non doveva essere fatto. “Non doveva essere operata, dovevi puntare i pugni con l’anestesista per non farla addormentare”, diceva Caronia a Librizzi. “Ah, sì sì, questa è la mia angoscia”, rispondeva il primario. “Tu non la dovevi addormentare… la facciamo in locale perché la paziente muore… minchia e muriu, scusate la volgarità… a 37 anni, non è… e siamo fortunati che non ci ha denunciato, siamo fortunatissimi”, aggiungeva Caronia.

“… è arrivata troppo lunga… abbiamo tra virgolette con un minimo e un pizzico di malizia e malignità giocato sul fatto che la donna più volte ci disse che stava ritardando – aggiungeva un collega di Caronia al Civico – perché aveva paura di fare diagnosi e lì su questo ci abbiamo marciato, è chiaro che lì l’errore è stato nostro”.

I medici della commissione hanno, però, scritto che la causa del decesso è “identificabile con le complicanze connesse alla podologia neoplastica”. La giovane mamma aveva un linfoma di hodgkin che non poteva essere curato. Sulla questione dell’anestesia, si leggeva ancora nella relazione: “Riteniamo di poter condividere la scelta posta in essere in occasione della biopsia chirurgica incisionale” (in anestesia generale ndr) sebbene la valutazione richieda l’ausilio di uno specialista in anestesia”.

Le denunce di Caronia e i filoni aperti sul Civico

La vicenda non è chiusa. La Cassazione lo scorso luglio ha riaperto la questione delle cartelle cliniche che secondo Caronia, sarebbero state falsificate. Dopo l’archiviazione la Cassazione ha rimandato la valutazione al Tribunale monocratico. Una questione procedurale che di fatto potrebbe riaprire uno dei tre filoni investigativi e processuali in corso. L’udienza è fissata per il 15 gennaio 2026.

Caronia aveva denunciato una sfilza di presunti falsi nei registri operatori e nelle schede di dimissioni ospedaliere. Sia i pubblici ministeri che il giudice hanno ritenuto che non ci sono state “condotte penalmente rilevanti”.

La prima denuncia di Caronia riguardava le presunte irregolarità nel concorso per primario. Tre anni fa gli venne preferito Damiano Librizzi. Un altro Gip ha stabilito che i falsi nella casistica degli interventi presentata dal vincitore sono stati commessi, ma non hanno inciso sull’esito finale del concorso.

Nel frattempo proseguono gli approfondimenti degli investigatori, delegati dalla Procura, che di recente hanno convocato Caronia.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI