Palermo, nomina pm antimafia: Csm chiede nuova valutazione

Palermo, nomina pm antimafia: Csm chiede nuova valutazione

Il Csm affronta il caso dopo due anni

PALERMO – La nomina di un pubblico ministero alla Direzione distrettuale antimafia torna sotto valutazione del procuratore di Palermo. Sono passati due anni da quando Giovanni Antoci è entrato a far parte del pool di magistrati che si occupano delle indagini sulle cosche mafiose di Palermo.

Due anni nel corso dei quali, dopo la nomina da parte dell’ex procuratore Francesco Lo Voi, Antoci ha contribuito alle principali inchieste.

La collega di ufficio Federica La Chioma (applicata in altrettanto importanti indagini) aveva fatto delle osservazioni al Consiglio superiore della magistratura, sostenendo che il provvedimento del procuratore non chiariva sufficientemente il motivo per cui profilo professionale di Antoci fosse stato considerato prevalente sul suo.

Il Csm solo ora ha preso in considerazione le osservazioni, sottolineato che il provvedimento non sarebbe stato sufficientemente motivato. E così ha chiesto una nuova valutazione al procuratore. Nel frattempo a Lo Voi, divenuto capo della Procura di Roma, è subentrato Maurizio de Lucia.

I tempi non sono stato certi celeri. Dalle osservazioni ad oggi ne è passato talmente tanto che nel frattempo La Chioma è entrata a far parte della Dda. Tra gli otto candidati in lizza, lo scorso febbraio, de Lucia l’ha scelta assieme e Giacomo Brandini e Giorgia Righi.

L’organico della Direzione distrettuale antimafia è di 25 sostituti procuratori, a fronte dei 61 previsti. I pubblici ministeri in realtà sono 45, di cui solo 12 in Dda. Di “grave carenza complessiva dell’organico dell’ufficio”, aveva parlato il procuratore nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

L’ultimo ad andare via è stato Dario Scaletta, oggi al Csm. Ed è stato lo stesso Scaletta a sostenere che la nomina di Antoci sarebbe avvenuto in violazione delle disposizioni.

La parola passa a de Lucia. Sarà il procuratore a stabilire se mantenere o meno Antoci alla Dda sulla base delle indicazioni del Cs. Prima di arrivarci il pm si era occupato di reati contro la pubblica amministrazione. Tra le inchieste da lui coordinate anche quelle sulla tangenti nella sanità, sfociata in primo grado nella pesante condanna, tra le altre, del manager Fabio Damiani, e quella sulle presunte tangenti per sbloccare le pratiche all’edilizia privata del Comune di Palermo.

Antoci ha poi partecipato alle inchieste sui nuovi assetti mafiosi nel mandamento di Porta Nuova, dove regnerebbero i Mulè, padre e figlio, e sul patto elettorale fra il boss Gaetano Sansone e il candidato alle elezioni comunali Pietro Polizzi.


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