Palermo, ritorno in Paradiso | per intercessione del Diavolo - Live Sicilia

Palermo, ritorno in Paradiso | per intercessione del Diavolo

GOL DI GOIAN, MILAN BATTUTO
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Il Palermo risorge nella sua sera più difficile. Si mette alle spalle le sconfitte inanellate fino al parossismo. Ritrova il sorriso e i tre punti, battendo uno spento Diavolo. Cosmi azzecca tutto. Rinuncia a Miccoli nel team iniziale e corazza il centrocampo. Allegri non ha dimestichezza nello scacchiere senza Ibra. E si vede. Addio lanci lunghi. Addio ariete che sfonda a cornate il fortino avversario. Addio potenza… Il Milan giochicchia sornione. Tenta di aggirare la maginot rosanero con pazienza ed esperienza di primo acchito. Ma i rosanero sono acquartierati come una falange macedone. Ripartono con lance aguzze. Sanno fare male. Il gol arriva in mischia, secondo schemi mistici e irrazionali. La palla buona – corre il 10’ – capita sul sinistro dell’intruso Goian. Giravolta e gooool. Da allora, la trama sarebbe scontata. Rossoneri alla ricerca del pari, Palermo in trincea con licenza di ferire.

Solo che lo squadrone di Allegri ha un sussiegoso andamento lento. Clarence Seedorf amministra il pallino in pantofole e scioltezza, gli mancano giusto patatine e poltrona. Intorno a lui c’è il deserto, non corre nessuno. Dal canto di Cosmi, la nota negativa è Pastore: irritante e molle come non mai. Non ne azzecca una. Non ne azzeccherà una. L’unico spunto del Milan capita sui piedi di un goffo Cassano. Diagonale a qualche metro da Sirigu, però la porta non la imbrocca nemmeno per sbaglio.

Nella ripresa il canovaccio non cambia. I rossoneri non hanno lo sfogo di Ibra, come annotato. Pato è agile, e tuttavia leggero come una piuma con le polveri bagnate. Antonio da Bari vecchia dorme. I rosa, in contropiede, avrebbero un paio di occasioni buone, fallite per un’inezia. Darmian in scivolata non trova la porta. In altre folate di ripartenza, manca la lucidità necessaria.  Finisce che il Milan pur lento e vegliardo accerchia il fortino. Pastore galleggia. Esce Javier, dunque,  esce Bacinovic. Entra Acquah e morde le caviglie di chiunque. Miccoli scintilla per i minuti che gli sono concessi. Hernandez sostituisce Pinilla stanco e valoroso. Sirigu salva su Flamini e si supera su improvvida capocciata di Gattuso, poi smorza un venefico diagonale di Robinho. Sul finire, Abel si divora il gol della sicurezza. Però tutto è bene quel che va bene. Ed è anche giusto così.

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