No a Palermo capitale dello sport | L'Europa per il 2016 sceglie Praga - Live Sicilia

No a Palermo capitale dello sport | L’Europa per il 2016 sceglie Praga

L'Aces ha comunicato ufficialmente il verdetto, puntando il dito contro la disastrosa situazione degli impianti sportivi e i mancati progressi negli ultimi dieci anni. Lapiana: "Ci abbiamo provato, continueremo a lavorare".

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PALERMO – Palermo perde anche il titolo di capitale europea dello sport 2016. Dopo la batosta rimediata nella corsa a capitale europea della cultura 2019, con l’esclusione dalle sei finaliste che ancora attendono il verdetto definitivo, il capoluogo siciliano deve fare i conti con un’altra sonora bocciatura: tra due anni, infatti, a fregiarsi del titolo di capitale dello sport del vecchio continente sarà Praga.

Una decisione comunicata informalmente a Palazzo delle Aquile già a inizio settimana, ma che ieri è diventata ufficiale con una nota pubblicata sul sito dell’Aces Europe, l’associazione delle capitali e città europee per lo sport guidata dall’italiano Gian Francesco Lupattelli: “Il Consiglio di Aces Europa ha ufficializzato le prossime tre capitali europee dello sport. In questo senso, le nuove città sono state premiate: Praga (Repubblica Ceca), capitale europea dello sport 2016; Marsiglia (Francia), capitale europea dello sport 2017, e Sofia (Bulgaria), capitale europea dello sport 2018”.

Domenica al Parlamento europeo si terrà la cerimonia ufficiale di premiazione, con Torino che prenderà il testimone per il 2015, mentre Palermo resterà a guardare. E dire che a Palazzo delle Aquile ci hanno sperato fino all’ultimo: la visita degli ispettori continentali dello scorso giugno, infatti, aveva riscosso un buon successo. Perché se è vero che l’impiantistica sportiva della città lascia molto a desiderare, con il Palazzetto dello Sport ancora inagibile e il Diamante preda di continui furti, è anche vero che piazza Pretoria aveva puntato sul mare, sulla Favorita e sui suoi campioni storici come Vincenzo Florio. Un modo per colmare non solo le proprie mancanze ma anche il gap con la capitale ceca, che può contare invece su 300 impianti sportivi, molti dei quali gratuiti, e su un sistema complessivo molto più avanzato ed eredità della vecchia Urss, in cui lo sport era uno settori più incentivati dallo Stato. Una missione quasi impossibile, per stessa ammissione dell’amministrazione Orlando, ma che il Comune aveva comunque provato a realizzare pur non nascondendo le difficoltà.

Ma né il mare, né campioni del calibro di Salvatore Antibo, Giovanni Frangipane, Nino Vaccarella o Totò Schillaci, sono bastati a convincere l’Aces. “Io sono felicissimo di avere partecipato, abbiamo dato un impulso allo sport – dice a Livesicilia l’assessore Cesare Lapiana – da un anno all’altro il numero di manifestazioni di alto e medio livello è aumentato in modo esponenziale. Continuiamo a lavorare come se avessimo vinto, ci hanno dato uanzi no stimolo per continuare. Ci abbiamo provato, siamo contenti di essere arrivati in finale, diciamo che ha vinto il migliore”.

Il tallone di Achille del capoluogo siciliano è stata, come era prevedibile e già annunciato, la situazione disastrosa degli impianti. Gli ispettori hanno riconosciuto a Palermo l’eccellenza di alcune strutture come lo stadio Barbera, i circoli nautici o i campi di atletica, ma hanno puntato il dito contro il costo eccessivo di alcune realtà (come quelle del tennis) che preclude la pratica a chi non ha adeguate capacità economiche e soprattutto contro gli impianti. Gli osservatori hanno infatti messo nero su bianco che, negli ultimi dieci anni, non sono stati fatti passi in avanti da questo punto di vista, né si sono notati miglioramenti. “Questo purtroppo lo sapevamo – continua Lapiana – speravamo di superare questi handicap con la nostra storia e la nostra cultura sportiva”. Inoltre, secondo gli ispettori, a Palermo manca un coordinamento tra il Comune, le società e i centri che si occupano della salute degli atleti, ovvero con il sistema sanitario pubblico. L’unico sollievo, per piazza Pretoria, può essere il costo assai contenuto della candidatura: seimila euro per le spese di tipografia e per ospitare gli ispettori, il resto è stato fatto tutto gratuitamente da alcuni consulenti.

C’è da dire, comunque, che la vittoria del titolo non avrebbe comportato l’arrivo di finanziamenti pubblici, anche se avrebbe in qualche modo “obbligato” il Coni nazionale a sostenere le iniziative. “Il Coni nazionale non è intervenuto né nel bene, né nel male”, dice Lapiana, a testimonianza che qualcosa, nella collaborazione tra Roma e Palermo, non ha funzionato come avrebbe dovuto.

Adesso però la sfida si sposta sugli impianti sportivi, specie Diamante e Palazzetto dello sport: se per il primo il Comune ha pianificato degli interventi di manutenzione inseriti nel Piano triennale delle opere pubbliche, per il resto si attendono ancora i 2,9 milioni di euro dei fondi Fas bloccati al Cipe. Senza quelli, tutto resterà così com’è.

LE REAZIONI
“Ahimè non sono affatto stupito che la nostra Città sia stata esclusa da questo importante evento – dice Andrea Mineo di Forza Italia – come si può pensare che una città con impianti sportivi fatiscenti e abbandonati possa concorrere per essere la capitale europea dello sport? L’amministrazione Orlando ci ha ormai abituato a un tentativo costante di allontanare l’attenzione dai veri problemi della città mediante la presentazione di progetti faraonici basati su fondamenta d’argilla”.

“La bocciatura non ci sorprende – dice Filippo Occhipinti di Idv – visto lo stato pietoso di alcuni impianti sportivi cittadini. Una situazione che non è certo imputabile a questa amministrazione, che ha comunque la colpa di non essere intervenuta, ma che è figlia di dieci anni di amministrazione Cammarata durante i quali l’abbandono è stato totale. Prova ne è il Palazzetto dello Sport”.

“Quando ero assessore allo Sport – dice Alessandro Anello, oggi capogruppo Ncd, ex componente della giunta Cammarata – potevo candidare Palermo a capitale dello sport, ma conoscendo lo stato degli impianti sportivi ho preferito evitare per non realizzare la solita politica degli annunci. Era una sconfitta in partenza, ho preferito dedicarmi alla manutenzione degli impianti che, nel bene e nel male, hanno consentito ai cinque principali impianti di potere avere l’agibilità che la disponibilità a ospitare importanti manifestazioni come i campionati italiani di atletica leggera, quelli di nuoto master, gare di lotta e arti marziali. Il tutto senza annunci, la bocciatura era scontata. La giunta Orlando invece pensa solo a rincarare le tariffe, un’ulteriore mazzata alle società sportive che con grandi sacrifici cercano di portare avanti le loro attività”.


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