PALERMO – Una persona arrestata, sei indagate a piede libero e un nuovo collaboratore di giustizia. È ciò che emerge dall’inchiesta della Procura della Repubblica. Una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere raggiunge Leonardo Marino, già detenuto: avrebbe gestito la piazza di spaccio alla Vucciria per conto dei boss di Porta Nuova.
Ora dovrà difendersi pure dall‘accusa di avere pestato un pusher “colpevole” di avere gestito affari senza il benestare dei mafiosi. Gli altri indagati a piede libero rispondono, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli indagati a piede libero
Sono Alberto Nuccio, 35 anni, Antonino Russo, 33 anni, Ruggero Bazzano, 34 anni, Ignazio Cinà, 36 anni, Cristian e Maurizio Riolo, di 34 e 56 anni. I fatti contestati risalgono a circa quattro anni fa. Non c’è più l’attualità delle esigenze cautelari e il giudice per le indagini preliminari Antonella Consiglio ha respinto la richiesta di arresto.
Il nonno boss della Kalsa
A parlare di Russo è stato il collaboratore di giustizia di cui si fa il nome per la prima volta. Angelo Guida, coinvolto in alcune rapine, ha offerto spunti di interesse investigativo sulla famiglia Lauricella e, in particolar modo, su Russo, nipote di Antonino e Mauro Lauricella.
Antonino Lauricella è morto due anni fa per una malattia. Nel quartiere della Kalsa, dove viveva, lo chiamavano “Scintilluni” per via della sua eleganza, soprannome che non ha mai amato, preferendo quello di “Nino il bello”.
Cresciuto alla corte del boss Masino Spadaro e del capomafia Gerlando Alberti, Lauricella era stato arrestato nel 2011 dopo un periodo di latitanza. Il figlio Mauro sta scontando sette anni di carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso (la vicenda è la stessa che coinvolse Fabrizio Miccoli ndr).
“Nino Scintilla”
Guida ha riferito che Russo, il quale in onore del nonno si farebbe chiamare “Nino scintilla”, avrebbe recuperato una pistola, precedentemente consegnata da Antonino Lauricella allo stesso Guida e utilizzata per commettere una rapina ai danni del titolare di un negozio di ottica a Brancaccio.
Guida ha spiegato che lo scopo della rapina sarebbe stato quello di costringere le persone offese a pagare il pizzo. L’episodio non è stato denunciato, ma i carabinieri della compagnia di Piazza Verdi hanno trovato dei riscontri.
Monitorando Russo, quattro anni fa, è stata scoperta una piantagione di marijuana in un appartamento in via Conte Federico a Brancaccio. Russo salta fuori anche nella vicenda del pestaggio subito da uno spacciatore per costringerlo a consegnare 40 mila euro e un orologio che ne valeva 15 mila.
Il pestaggio
Sarebbe stato Russo, che non condivideva la punizione e aveva criticato la vittima per avere ceduto, avrebbe recuperato l’orologio dietro il pagamento di tremila euro. Del pestaggio viene accusato Marino, in carcere dallo scorso giugno.
La colpa della vittima? “Non ha fatto mangiare mai a nessuno” e cioè non avrebbe versato parte dei guadagni alla famiglia mafiosa. Il precedente blitz è quello denominato “Grande inverno”. Marino si sarebbe occupato anche della gestione delle scommesse clandestine per conto del boss Tommaso Lo Presti, soprannominato “il lungo”.
Lo sfogo sui social
La storia del pestaggio divenne presto di dominio pubblico. La fidanzata della vittima, infatti, aveva scritto dei post su Facebook. “Sono degli infami, mi viene da ridere quando certa gente parla di lealtà e rispetto e non sa di cosa parla”, scriveva la donna. Al pestaggio, avvenuto in un magazzino alla Vucciria, avrebbero partecipato “in sei”, ma non sono stati ancora identificati.

