Palermo, trovate 60 Postepay: chi ha sostituto il medico arrestato?

Trovate 60 Postepay: chi “sostituisce” il medico arrestato?

Dopo l'arresto di Agostino Genova perquisito lo studio di un medico. Tante pratiche in corso
FALSI INVALIDI
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PALERMO – I riferimenti nelle intercettazioni erano chiari. Si parlava spesso di Postepay. I finanzieri sono andati quasi a colpo sicuro e hanno trovato una sessantina di carte prepagate nello studio di via Pacini, a Palermo, dove si appoggiava il medico legale Rosario Cammalleri. Ad ogni carta corrisponde una persona che ha fatto domanda per la pensione di invalidità o l’indennità di accompagnamento. Potrebbero essere tutte pratiche, secondo l’accusa, in attesa del via libera dall’Asp.

Cammalleri si trova da alcuni giorni agli arresti domiciliari assieme ad Agostino Genova, dirigente in pensione dell’ufficio “Invalidi civili” dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo. Cammalleri raccoglieva le pratiche dei clienti e le consegnava a Genova che avrebbe forzato il sistema informatico. Faceva finta che la pratica fosse stata valutata dalla commissione collegiale di cui era presidente ed invece avrebbe fatto tutto da solo.

Incassato il via libera Cammalleri avrebbe trattenuto alcune mensilità delle indennità. Per essere sicuro che ciò avvenisse si faceva consegnare le Postepay dei clienti e prelevava direttamente la somma pattuita in contanti. “Perché io la Postepay gliel’ho portata… io mi sono rotto le gambe, correvo e ci portai la Postepay perché lei mi ha detto senza Postepay non si può fare”, diceva una donna.

Il ritrovamento delle carte prepagate da parte dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria sposta in avanti le indagini della Procura di Palermo. In ballo ci sono indennizzi non ancora incassati. O si tratta di vecchie pratiche a cui mancava solo l’ultimo passaggio oppure Genova avrebbe avuto ancora voce in capitolo nonostante la pensione.

Ci sono delle frasi intercettate su cui riflettere. Nel giugno dell’anno scorso Cammalleri è stato registrato mentre parlava con la sua assistenza Tiziana Guadalupi. Discutevano della necessità di dover “trovare il
sostituto” di Genova e cioè qualcun altro in grado di completare il lavoro che “ci abbiamo preparato tutto, lui ha messo il sigillo finale però la preparazione era tutta nostra”. Qualcuno che “deve ammaccare quel
bottoncino” perché “una volta che va in pensione non lo può ammaccare più quel bottoncino”. Cosa è accaduto da quando Genova ha smesso di lavorare all’Asp?


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