Il Comune di Palermo blocca la spesa e utilizza i fondi Cipe per pagare gli stipendi. L’assessore al Bilancio, Giuseppe Genco, ha deciso di fermare, almeno fino a settembre, il pagamento dei fornitori e perfino le piccole spese per il funzionamento degli uffici. Una misura drastica ma necessaria, visto che le casse dell’amministrazione sono ormai all’asciutto e i soldi non bastano nemmeno per erogare le mensilità ai 20.000 dipendenti diretti e delle partecipate.
Criticità finanziarie che hanno costretto la giunta a dirottare i 35 milioni dei fondi Cipe per gli investimenti e i 14 milioni ricavati dalla vendita dei Buoni ordinari comunali sul capitolo salari, per poi rimpinguarli a settembre quando dovrebbero arrivare i trasferimenti regionali e nazionali. Nel frattempo, il sindaco dovrà riuscire ad approvare in giunta i Piani economici di gestione senza i quali il Bilancio esitato dal consiglio comunale resta lettera morta. Una crisi di liquidità che sta avendo ripercussioni sulle società partecipate e in particolar modo sull’Amat, in cui si registrano forti ritardi nel pagamento degli stipendi di luglio. Alcuni lavoratori non sindacalizzati hanno già ipotizzato prime forme di protesta: sono in tanti, infatti, ad avere problemi con rate, mutui e ferie estive.
“Abbiamo convocato due giorni fa il socio unico – dice il presidente dell’Amat, Mario Bellavista – proprio perché siamo preoccupati. Ci è stato detto che nel giro di pochissimo tempo arriveranno i soldi per pagare salari e fornitori, speriamo che sia così. Nel frattempo, abbiamo raggiunto un accordo con l’amministrazione per l’estinzione del nostro credito di 110 milioni di euro: ce ne daranno 10 l’anno, dal 2012 fino ad esaurimento del loro debito. Se però ciò non dovesse accadere, riprenderemo la procedura di messa in mora del Comune che abbiamo temporaneamente interrotto”.