Stupro del Foro Italico, sentenza definitiva per chi "aprì le danze"

Stupro del Foro Italico, sentenza definitiva per chi “aprì le danze”

Il branco si sposta dalla Vucciria al Foro Italico
Il più giovane del branco ha avuto la pena più pesante

PALERMO – La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso. Diventa definitiva la condanna a otto anni e otto mesi inflitta a Riccardo Parrinello per lo stupro di gruppo del Foro Italico, subito da una ragazza di 19 anni. Il verdetto è della scorsa settimana, ma LiveSicilia lo ha appreso solo ora.

Gli altri imputati

Con questa sentenza si chiude quasi del tutto una delle pagine più brutte della recente cronaca palermitana. In precedenza erano diventate definitive le condanne di Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Elio Arnao e Cristian Barone. Gli imputati, infatti, avevano scelto di non fare ricorso in appello ottenendo, così come previsto dalla riforma Cartabia, lo sconto di un sesto delle pene comprese tra 6 anni e 4 mesi e sette anni di carcere.

Solo Samuele La Grassa, al quale era stata inflitta la pena più bassa – 4 anni – e con il riconoscimento delle attenuanti generiche ha presentato appello.

Il pentimento non creduto

Parrinello è il più giovane fra i sette imputati, avrebbe compiuto la maggiore età pochi giorni dopo la terribile notte di luglio 2023. Disse di essersi pentito di ciò che aveva fatto: “Ho riflettuto ed ho capito che queste cose non si fanno a nessuno nemmeno ad una prostituta o ad una escort’. I giudici, però, non gli hanno creduto.

“Compà l’ammazzammu”

Il giovane, infatti, aveva pubblicato sui social commenti e video in cui “rivendicava” gli abusi. In una conversazione via chat con un amico ammetteva che la diciannovenne non era consenziente. Dopo che la diciannovenne era stata abbandonata in strada, davanti a Porta Felice, Parrinello diceva: “Compà l’ammazzammu… ti giuro a me matri l’ammazzammu… ti giuro a me sviniu… sviniu chiossà di na vota… minchia sette… u vo capiri manco a canuscevo io compà… ficimu un macello n’addivirtemu”.

In sette si erano divertiti mentre facevano sesso a turno con la ragazza che cadeva a terra. Perdeva i sensi e urlava “basta”. L’amico lo riprendeva: “Però così è brutto”. “Troppo forte, invece”, rispondeva Parrinello. Le difese hanno sempre sostenuto che si era trattato di un rapporto consensuale. Sarebbe stata la diciannovenne a convincere i ragazzi a seguirla dalla Vucciria fino al cantiere del Foro Italico. Per invogliarli aveva mostrato loro dei video a sfondo sessuale.

La ricostruzione dello stupro al Foro Italico

Fu Parrinello, così scrissero i giudici nella motivazione della condanna, “ad aprire le danze facendosi praticare sesso orale dalla povera ragazza di fatto immobilizzata e tenuta per il capo”. Il collegio di appello non ebbe alcun dubbio che fosse trattato di uno stupro e non di un rapporto consensuale: “A parte bere in compagnia qualche cocktail al bar in una placida serata estiva la vittima non ha mai espresso alcun consenso ai plurimi e reiterati rapporti sessuali imposteli”.

Al netto della descrizione della placida serata estiva alla Vucciria, dove al contrario regnava il caos e non c’era un bar ma ambulanti abusivi che vendevano ogni genere di alcol, le sentenze hanno ricostruito un “fatto di inaudita gravità” filmato da Angelo Flores con il cellulare (che condivise il video e per questo è stato condannato a 4 anni e due mesi in un altro processo) e rimasto impresso nelle frasi che anche Parrinhello ha pronunciato.


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