Palermo, tentato omicidio: chi è l'arrestato e cosa è successo

La lite, le zappate: “Continuava a colpirmi, ero a terra sanguinante”

Futili motivi di vicinato scatenano la follia

PALERMO – “Correte correte, mio marito è stato aggredito… “. Sono le 17:50 del 6 aprile 2024. Una donna fa scattare l’allarme al 112. I carabinieri si precipitano al civico 56 di via Umberto Maddalena, la strada che collega la parte alta di corso Calatafimi al quartiere Boccadifalco.

Operato alla testa

Nel frattempo un’ambulanza trasporta l’uomo e marito della donna all’ospedale Ingrassia dove viene operato. Ha due fratture al cranio, resterà in rianimazione per alcuni giorni dop un delicato intervento chirurgico.

In carcere per tentato omicidio è finito Emanuele Polizzi, 27 anni. Ha usato una zappa per colpire la vittima cinquantenne.

A scatenare la furia è stato un mancato saluto, ma c’erano stati dei dissapori per alcuni lavori. “Futili motivi” che, secondo il giudice per le indagini preliminari Claudio Bencivinni, aggravano la posizione del’indagato.

Futili motivi

In passato l’aggressore avrebbe collegato dei cavi di gas e luce all’interno di un tombino di proprietà anche del suocero dell’arrestato. “In quell’occasione abbiamo chiuso un occhio”, racconta la vittima.

Nei primi giorni dello scorso aprile Polizzi torna ad armeggiare nel tombino. La vittima lo ferma e va a riferirlo al suocero. Il 6 aprile vittima e aggressore si incrociano. Il primo saluta e il secondo non gradisce. “Ma come, hai anche il coraggio di salutarmi”, avrebbe detto.

Colpi di zappa

Nasce una discussione. Si spintonano, urlano. Polizzi rientra in casa, racconta la vittima, e ritorna con una zappa (in casa del suocero saranno trovati altri attrezzi agricoli, ma non la zappa): “Brandendola dal manico e colpendomi con la parte di ferro, continuava a colpirmi nonostante fossi inermi a terra e sanguinante. L’aggressione dura diversi secondi e veniva bloccato dal suocero”.

I carabinieri della compagnia di piazza Verdi hanno intercettato i protagonisti della vicenda e i familiari. La ricostruzione della vittima è stata confermata. I parenti di Polizzi avrebbero pure cercato di fare passare le ferite come conseguenza di una caduta.

Impossibile, dicono i medici: le fratture sono state procurate da un pesante corpo contundente in metallo.

“Sì ma dico speriamo che almeno gli serva di insegnamento… è lunatica, lo sappiamo che è lunatica come persona”, diceva Polizzi sul conto della vittima.


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