PALERMO – Scarcerato. Nonostante le immagini lo hanno immortalato armato di coltello. Nonostante le intercettazioni del fratello che meditava la vendetta. Il Tribunale ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Carmelo Cusimano, arrestato nel blitz che ha colpito il mandamento mafioso di Tommaso Natale. La Procura gli contesta il reato di tentato omicidio. Solo le motivazioni potranno chiarire il perché del provvedimento. Il suo legale, l’avvocato Riccardo Bellotta, tra le altre cose ha sostenuto che in ogni caso l’arma utilizzata non poteva uccidere trattandosi di un piccolo coltello.
“Tentato omicidio”
Cusimano avrebbe tentato di uccidere il fratello Anello. Si è salvato perché si è spezzata la lama. Sono entrambi fratelli di Giuseppe Cusimano, reggente assieme a Francesco L’Abbate della famiglia mafiosa dello Zen. Fu necessario l’intervento, tra gli altri, di Michele Micalizzi e Salvo Genova, boss di Resuttana per mettere a tacere la furiosa lite.
Le intercettazioni
“Io ora sto uscendo prendo l’ergastolo. Perché appena esco lui sarà il primo. Non ne ho più fratelli che si chiamano Carmelo”, così Giuseppe Cusimano, condannato lo scorso ottobre a 17 anni e 4 mesi di carcere, parlava durante un colloqui carcerario con la moglie.
“Giusè, vedi che lo ha preso a coltellate a Manuele”, raccontava la donna. Anello Cusimano in un video-colloquio col fratello parlava dell’accaduto: “Se aveva cosa aveva lui ieri a me mi ammazzava… diretto, è venuto diretto, dice a te aspettavo”. Infine lo stesso Carmelo Cusimano diceva: “Ci sono andato per ammazzarlo. Se non si rompe la lama del coltello, glielo ‘appizzo’ in testa”.