Palermo, tra Provinciali e alleati Lagalla sceglie il “basso profilo”

Palermo, tra Provinciali e alleati Lagalla sceglie il “basso profilo”

Avanza in sordina il nuovo movimento con Lombardo e Micciché

PALERMO – Mantenere un basso profilo, concentrarsi su atti meramente amministrativi per non indispettire gli alleati ma, dietro le quinte, continuare a preparare il terreno in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, Provinciali in primis.

Le mosse del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sembrano avere assunto ormai i contorni di una precisa strategia o, almeno, così la interpretano, a taccuino chiuso, alcune voci centrodestra impegnate al momento su altri dossier. Una sorta di calma apparente che, dalle parti di Palazzo delle Aquile, viene letta come una scelta ben ponderata.

Movimento in sordina

Dopo l’annuncio di metà dicembre, con tanto di presentazione alla stampa, il nuovo movimento tenuto a battesimo dall’ex rettore insieme con Raffaele Lombardo e Gianfranco Micciché pare essere stato messo in sordina.

Nessuna adesione ufficiale ancora, nessuna assemblea in programma a febbraio e probabilmente neanche a marzo, né scelte definitive sul nome e sul simbolo che comunque potrebbero contenere richiami all’autonomismo e al Meridione. Un rallentamento che, secondo alcuni, sarebbe solo apparente visto che le trattative proseguono dietro le quinte.

Obiettivo basso profilo

L’obiettivo di Lagalla, al momento, è non inasprire i rapporti con gli alleati, né aprire altri fronti dopo le tensioni dei mesi scorsi. Il sindaco si è limitato a qualche aggiustamento in giunta o di sottogoverno, utile a placare le richieste dei partiti ma senza aprire il vaso di Pandora del rimpasto, seppur annunciato per metà mandato.

La Dc ha incassato un posto nel cda di Reset, FdI la delega al Patrimonio e la guida solitaria di Amap, l’Mpa la guida di Palermo Energia, Forza Italia la conferma di Vito Riggio alla Gesap, i lagalliani Giuseppe Biundo in Gh. Scongiurati i cambi in giunta, almeno per ora.

La strategia

Piccoli movimenti che non alterano più di tanto gli equilibri, consentendo al sindaco di continuare il mandato in tranquillità. L’alleanza con Lombardo e Micciché poteva infatti scatenare reazioni, visto che il sindaco ha perso la sua impronta civica che finora lo aveva reso super partes.

Lagalla ha invece tutto l’interesse a mantenere la pace nella coalizione, sia in vista di un secondo mandato a Palazzo delle Aquile o di altri possibili obiettivi.

L’agenda

E così, al momento, l’agenda del sindaco non prevede appuntamenti strettamente politici, almeno non pubblicamente. Tra un visita alla Bit di Milano e una seduta in consiglio comunale, Lagalla si è buttato a capofitto nel versante più amministrativo.

A febbraio sarà la volta del bilancio di previsione, c’è la questione Coime che pesa sui conti del Comune, bisogna siglare i nuovi contratti di servizio con Rap e Amat definendo i piani industriali.

Il risiko commissioni

In verità c’è anche la partita tutta politica del rinnovo delle commissioni ma, pure qui, il sindaco sembra abbastanza defilato, con i suoi chiamati a portare avanti le trattative. A fine febbraio saranno annunciati gli spostamenti dei componenti e poi a inizio marzo si eleggeranno presidenti e vice.

Appare verosimile che Forza Italia dovrà cedere la terza commissione a favore del gruppo del sindaco, il problema è capire tra gli azzurri chi dovrà farsi da parte, avendo quattro pretendenti per sole due caselle. In bilico resta la presidenza della Lega, con la Dc che chiede una seconda poltrona.

Provinciali in vista

Ad aprile, comunque, bisognerà fare i conti con le Provinciali e il sindaco sarà coinvolto in prima persona, visto che di diritto sarà alla guida anche di Palazzo Comitini.

Se nei Liberi consorzi il centrodestra è orientato alle liste unitarie, dal momento che bisogna eleggere i presidenti, nelle Città metropolitane (dove il sindaco metropolitano è direttamente quello della città capoluogo) si potrebbe andare con singole liste.

Saranno elezioni di secondo livello, dove il peso specifico dei consiglieri comunali chiamati al voto sarà diverso e dipenderà dalle dimensioni dell’ente di appartenenza: a conti fatti, avere una nutrita pattuglia nel consiglio comunale di Palermo sarà un vantaggio di non poco conto.

Lagalla conta su cinque consiglieri a piazza Pretoria, quindi avrà una sua rappresentanza tra i 18 eletti, ma dovrà muoversi con passo felpato per trovare la quadra sul vice e sulle deleghe senza urtare la sensibilità degli alleati.


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