PALERMO – L’imprenditore edile Rosario Giuseppe Piraino, che con diverse denunce ha fatto arrestare gli uomini del pizzo, è indagato per truffa ai danni dello Stato. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della Procura di Palermo, disponendo il sequestro preventivo di tre milioni e mezzo di euro nei confronti di Piraino e della sua impresa, la Mosina Costruzioni.
Il meccanismo dello sconto in fattura
Il meccanismo è quello dello sconto in fattura. L’imprenditore avrebbe fatturato anticipatamente i lavori per assicurarsi l’accesso ai benefici del bonus facciata “nella consapevolezza di non potere avviare o portare a termine gli stessi lavori”.
Sono trenta le ristrutturazioni su cui hanno indagato i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria: dal centro storico alla periferia della città. Gli investigatori hanno quantificato in circa 7 milioni di euro l’ammontare complessivo dei “bonus facciate” inesistenti.
In alcuni casi la Mosina Costruzioni, con sede in piazza Stazione San Lorenzo, si sarebbe limitata a montare soltanto il ponteggio. Altre volte i lavori non sarebbero stati completati o addirittura neppure avviati. Si tratta di commesse che vanno dal 2021 sino ad oggi.
Denunciato dai condomini di una palazzina
L’inchiesta nasce dall’esposto della condomina di una palazzina nel rione Kalsa. Avevano pagato un acconto pari al 10% dei lavori. In un certificato della Mosina sarebbero risultati completati per un ammontare di 260.000 mila euro. Soldi che servivano per rifare prospetti, cornici e parapetti.
Il punto è che l’impresa non ha ultimato i lavori che dovevano durare tre mesi. Prima sono partite una serie di lettere di diffida da parte dei condomini, poi il direttore dei lavori si è dimesso. La facciata è rimasta in stato di abbandono.
Giuseppe Piraino ha attuato “una prassi”
È partita l’inchiesta della Procura che avrebbe svelato “l’esistenza di una vera e propria prassi attuata da Piraino protesa per il tramite del meccanismo dello sconto in fattura a incamerare crediti d’imposta non spettanti, in parte da cedere per monetizzarle ed in parte da usare in compensazione con conseguente in debito al risparmio di spesa”.
L’arresto dei mafiosi, le minacce di morte: chi è Giuseppe Piraino
Documenti “retrodatati”
In alcuni casi, nonostante la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (Cila) sia stata trasmessa nel 2022, l’avvio dei lavori sarebbe stato retrodatata al 30 dicembre del 2021. Un modo, secondo l’accusa, per non perdere il diritto alla detrazione nella misura del 90%. I finanzieri hanno incrociato la documentazione con gli esiti dei sopralluoghi nei cantieri e l’escussione di oltre 30 amministratori di condomini.
La Procura di Palermo ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo di oltre 3 milioni e mezzo di euro che sarebbero il profitto del reato commesso da Giuseppe Piraino. Raggiunto al telefono replica: “Ho la coscienza pulita”.

