Palermo, il marine e il gioielliere: "Così hanno tentato di truffarmi"

Il marine e il gioielliere: “Così tentano la truffa in via Terrasanta”

Il racconto di un medico: "Tre in azione, ecco come è andata"

PALERMO – “Indossava una giacca larga, aveva capelli castani e mossi, occhi scuri. Un uomo alto, di bell’aspetto. In inglese mi ha detto di essere un marine da poco sbarcato a Termini Imerese, mi ha chiesto delle informazioni”.

E’ stata “agganciata” così per strada, una donna palermitana che racconta di essere finita nel mirino dei truffatori dei diamanti. Un vecchio raggiro che è più volte stato messo a segno sia in città che in provincia, ma il tentativo stavolta è caduto nel vuoto.

La truffa dei diamanti in via Terrasanta: tre in azione

E’ successo in via Terrasanta, R.M.L.N, medico, era appena uscita da un supermercato. “Una situazione credibile – racconta – devo ammettere che il copione è stato messo in scena benissimo. Il primo uomo fingeva di essere spaesato, di dovere effettuare una consegna in tempi brevi, per poi ripartire. Non parlo benissimo inglese, lui fingeva di non capire. Mi ha detto che stava cercando il consolato svizzero, gli ho risposto che avrebbe dovuto chiedere ai vigili urbani, ma ha precisato di essersi già rivolto a loro e di non sapere dove andare”.

A quel punto è intervenuta una seconda persona: “Un passante si è fermato, mi ha detto che avremmo dovuto aiutarlo. E in quel momento hanno cominciato a parlare di diamanti, di soldi che il marine avrebbe dovuto ricevere per poter ripartire. Il finto passante ha detto di chiamarsi Giulio e di essere un ispettore. Anche lui aveva uno stile apparentemente curato. Ha cercato in tutti i modi di essere credibile, dicendomi che era necessario trovare una gioielleria perché doveva fare valutare ben cinque diamanti”.

Il finto gioielliere con la lente d’ingrandimento

Una tecnica ormai consolidata e che in tanti, per fortuna, conoscono: “Nonostante la messa in scena – prosegue il medico – ho intuito che a quel punto l’obiettivo era coinvolgermi nell’acquisto. Infatti, poco dopo, si è presentato il fantomatico gioielliere. Il complice si è allontanato ed è tornato con il terzo uomo, aveva in mano una grossa lente d’ingrandimento. Lì, sempre per strada, ha finto di esaminare le pietre, dicendo che erano di grande valore. Ho così deciso di allontanarmi con una scusa, anche perché doveva recarmi al lavoro. Invito tutti a fare attenzione”.

Patacche, altro che diamanti

La truffa, in base alla dinamica accertata nei casi in cui la vittima è caduta nella rete, sarebbe andata avanti facendo credere alla donna di essere di fronte a un affare imperdibile. I tre complici, con un probabile “palo” nelle vicinanze, avrebbero quindi confabulato tra loro, al punto da indurre la donna a sperare di essere coinvolta nell’acquisto.

Non sono stati rari i casi in cui, la vittima è stata addirittura accompagnata in banca per prelevare il denaro. Una volta acquistate le pietre, l’affare si è sempre rivelato un raggiro bello e buono: altro che diamanti, quelli venduti erano cocci di vetro.

Le denunce a Monreale

Ma ai truffatori non è sempre andata bene: l’anno scorso due sessantenni sono infatti stati denunciati dai carabinieri a Monreale, avevano raggirato un anziano. I due uomini, non nuovi ad altre truffe, dopo avere individuato la loro vittima gli avevano fatto credere di poter acquistare a un prezzo conveniente una partita di diamanti, grazie all’intermediazione di un finto gemmologo francese.

Conquistata la fiducia del pensionato, i due lo avevano poi persuaso a recuperare tutto il denaro contante nella sua disponibilità per concludere l’affare. Volevano vendergli delle “patacche”, ma i militari sono intervenuti in tempo e li hanno subito dopo rintracciati.


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