Palermo: Vetrano, il pesce, i finanzieri camurriusi e i clienti

Vetrano, re del pesce, e i “finanzieri camurriusi”: si indaga sui clienti

Salvatore Vetrano
Da Palermo si era trasferito a Vigo, in Spagna

PALERMO – “Una marea di gente non te lo compra (il pesce, ndr) perché vogliono la fattura spagnola, sempre per lo stesso motivo, sempre per lo stesso identico motivo”, diceva il genovese Mauro Castellani arrestato nelle scorse settimane assieme al palermitano, e re del pesce surgelato, Salvatore Vetrano.

Vetrano, da Palermo a Vigo

Vetrano aveva trasferito i suoi interessi a Vigo in Spagna. In Italia ha collezionato una sfilza di problemi giudiziari. Per ultimo la confisca di beni e società. Dietro la sua scalata imprenditoriale c’è stata la spinta di Cosa Nostra. Scomparso dall’Italia è rispuntato in Spagna alla testa di una galassia di imprese.

Vetrano sarebbe l’uomo chiave di una maxi frode carosello realizzata attraverso una rete di società di import-export di pesce. Sarebbero state emesse fatture per operazioni inesistenti per abbattere i costi e non pagare le tasse. I soldi “risparmiati” sarebbero stati reinvestiti nelle società di Vetrano.

Il deposito di Carini

I suoi trascorsi giudiziari piuttosto che scoraggiare i clienti li avrebbero attirati. E ora si indaga anche su coloro che avrebbero comprato la merce da Vetrano. Il pesce veniva raccolto in un deposito a Carini (si tratta, dunque, di merce detenuta in territorio nazionale) dove avvenivano una serie di passaggi cartolari attraverso le società spagnole di Vetrano. Se la fornitura proviene da territorio estero si hanno dei vantaggi in termini di compensazione dell’Iva.

Ed è per questo che i finanzieri stanno spulciando i documenti degli acquirenti. Ci sono molti grossisti e titolari di pescherie che lavorano a Palermo e in altre città siciliane. Gli affari andavano a gonfie vele. “Stamattina avevo 7.000 cristiani, 8.000 camion da caricare”, diceva il dipendente Giuseppe Licata, pure lui finito sotto inchiesta.

Aggravante di mafia

I reati vengono contestati a Vetrano con l’aggravante di avere agevolato Cosa Nostra. L’imprenditore è stato arrestato assieme alla moglie Anna Bruno, figlia di Pietro, condannato per avere retto la famiglia mafiosa di Capaci. Il padre nel 2019 ha finito di scontare la condanna nel carcere Marassi di Genova, città dove ha deciso di restare a vivere. I finanzieri indagano su alcune visite sospette di Castellani a casa di Pietro Bruno al quale avrebbe consegnato soldi in contanti.

Vetrano temeva il lavoro dei finanzieri che avevano iniziato a controllare le società estere. “I Gico.. i più camurriusi… Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata questi qua sono… stanno facendo tutto… stanno andando in tutte le aziende, in Spagna, in Portogallo”. Pochi mesi dopo Vetrano è stato arrestato.


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