Morte di Aurora Maniscalco, testimoni smentiscono la ricostruzione

La morte di Aurora Maniscalco, le testimoni smentiscono la ricostruzione

Le dichiarazioni di due donne, madre e figlia

PALERMO – C’è una nuova crepa nell’inchiesta sulla morte della giovane hostess palermitana Aurora Maniscalco, deceduta a Vienna dopo essere precipitata dal balcone di casa nella notte tra il 21 e il 22 giugno scorsi. Due testimoni smentiscono il contenuto delle dichiarazioni raccolte dalla polizia austriaca.

Aurora è caduta dal terzo piano intorno alle 22:40. Conviveva con Elio Bargione, unico presente nell’abitazione oltre alla vittima e indagato dalla Procura di Palermo per istigazione al suicidio. Ai poliziotti austriaci il fidanzato ha detto che Aurora si era lanciata nel vuoto al culmine di una lite con reciproche spinte.

La polizia ha ipotizzato il suicidio, facendo riferimento alla testimonianza di due donne, madre e figlia. Finora si era detto che avrebbero sentito le urla e poi visto Aurora lanciarsi da sola nel vuoto. Solo che della loro testimonianza, raccolta verbalmente nell’immediatezza dei fatti, non ci sarebbe traccia nel fascicolo. Non sono state sentite a sommarie informazioni.

Ieri era emersa l’esistenza di uno scambio di e mail tra l’avvocato della famiglia, Alberto Raffadale, e il collega Andrea Longo che lavora a Vienna da cui emergerebbero delle discrepanze rispetto alla versione fornita dalle autorità austriache.

La novità è che ieri, lunedì 1 settembre, l’avvocato Longo ha avuto un nuovo scambio di email con una delle due testimoni, la figlia. A domanda specifica la donna ha scritto: “Ho un’aggiunta alla sua prima dichiarazione (della madre ndr): non l’ha vista né tirarla indietro né spingerla. Ha solo visto la donna già in aria e ha immediatamente distolto lo sguardo”. Dunque sarebbe smentita anche la versione iniziale secondo cui, la madre avrebbe dichiarato di avere visto il fidanzato tentare di trattenere la hostess prima che si lanciasse nel vuoto.

La figlia ha inoltre ribadito di non avere assistito alla scena né prima, né durante poiché si trovava in un’altra stanza.

Non ci sono verbali firmati delle due donne, mai sentite, ma il contenuto di ciò che avrebbero detto è riportato nel rapporto della polizia. Alla luce di quella che si presenta come una smentita l’avvocato Raffadale ha chiesto alla Procura di Palermo, che ha aperto un’inchiesta, di approfondire le indagini sentendo le due donne.


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