Palermo violenta, intervista al sindaco Lagalla

‘Palermo violenta’, Lagalla: “Assunzioni e più risorse per la sicurezza”

Aggressioni, spaccate, violenza. Parla il sindaco
L'INTERVISTA
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Sindaco Lagalla, partiamo dalle polemiche del 23 maggio sul minuto di silenzio anticipato…
“Mi dispiace davvero che per gli anniversari si trovi un motivo per alimentare, appunto, le polemiche. Mi piacerebbe che tutti ci riunissimo in un momento di riflessione, oltre la disparità di vedute. C’è una verità: se Palermo è cambiata si deve al sacrificio di tanti eroi. Sarebbe meglio perseguire l’unità, nel loro nome”.

Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, ha un tono realmente accorato. In occasione della trentatreesima ricorrenza per la strage di Capaci, l’antimafia ha mostrato, ancora una volta, profonde spaccature. Questa la premessa d’obbligo. Ma il tema della conversazione è un altro. Abbiamo scritto che Palermo – in forza della cronaca – è una città violenta. Un giudizio reciso di cui discutiamo con il custode pro tempore della città, nel nome di tutti.

Dunque, sindaco, Palermo, secondo lei, è una città violenta?
“Palermo è una città che vive nel presente del mondo. La realtà, in questo frangente, non rappresenta uno scenario tranquillizzante. Tutte le città metropolitane d’Italia e d’Europa condividono problemi simili”.

Allora, insistiamo, va tutto bene?
“Certo che no. L’incidenza dei reati commessi qui è nella media nazionale, ma non siamo soddisfatti. E’ necessario compiere un salto di qualità e le istituzioni non stanno con le mani in mano, agiscono”.

Per esempio?
“Per esempio con i controlli amministrativi alla Vucciria e nelle zone della Movida, con la vigilanza, con le telecamere…”.

Insistiamo ancora: basta?
“No, c’è bisogno di far crescere la cultura della comunità, grazie alle scuole, e di andare avanti con la rigenerazione urbana e che è uno dei punti focali della mia amministrazione”.

Lei pensa che il livello di sicurezza sia, comunque, sufficiente?
“I controlli sono quelli possibili e sostenibili nelle condizioni date. Se avessimo maggiori disponibilità, sarebbero ancora più marcati. Stiamo lavorando per l’assunzione di nuovi vigili urbani, sarà attivo un bando di mobilità per accelerare i tempi”.

Lei auspica nuove risorse, mi pare di capire.
“Lo auspichiamo tutti. Ma, intanto, dò atto al prefetto e alle forze dell’ordine che si sta facendo il massimo con quello che c’è”.

C’è lo Zen, periferia alla ribalta della cronaca, per la strage di Monreale: con tante persone oneste e alcuni delinquenti che tengono in ostaggio il quartiere…
“Si procede con le indagini e i controlli, anche lì non basta. Il Comune si sta impegnando molto per le periferie, come dimostrano gli interventi a Borgo Nuovo”.

Però, cambiando zona, c’è chi diserta il centro storico, nei fine settimana, per evitare guai.
“Io non credo che il centro storico sia il Bronx. Ripeto: la vigilanza è imponente. La presenza di molte persone aumenta la probabilità di incidenti. Lo stesso accade in estate per Mondello e non saremo impreparati”.

Allarghiamo lo sguardo, sindaco: come valuta il suo lavoro? La città che vorrebbe è vicina o sempre lontana?
“Ho chiarissima la percezione del lungo cammino da compiere. Però, colgo segnali incoraggianti in calce a realizzazioni importantissime”.

Quali?
“Il recupero degli impianti sportivi, la sistemazione delle strade, il diserbo e le potature, le risposte sulle attività sociali con una spesa di 70 milioni l’anno circa, il successo e l’’avanzamento tecnologico della Smart City che ci vede in forte recupero, la circostanza di essere la capitale dei nomadi digitali perché siamo attrattivi, il turismo in crescita. E siamo partiti da una condizione drammatica dei conti che abbiamo risanato. Sono ottimista per il futuro”.

direttore@livesicilia.it


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