CATANIA – Ergastolo. Davide Celso, accusato dell’omicidio di Daniele Di Pietro, è stato condannato alla pena più pesante anche al termine del processo di secondo grado. La Presidente della Corte d’Assise d’Appello, Dorotea Quartararo, ha letto il verdetto intorno a mezzogiorno. Accolta quindi la richiesta del Pg Angelo Busacca. Davide Celso ha fatto parte del commando armato che il 14 dicembre 2014 ha crivellato di colpi e ucciso Daniele Di Pietro in pieno giorno. Un omicidio che ha scosso i residenti del civico 9 di viale Bummacaro. Era da tempo che non si sentiva l’eco delle pallottole a Librino. E soprattutto in pieno giorno.
Daniele “Trippa” è morto dopo che tredici colpi lo hanno raggiunto. Quel pomeriggio sangue e vetri infranti si sono presentati davanti agli occhi degli inquirenti. Quasi una zona di guerra. Dietro quell’agguato ci sarebbero stati tensioni familiari e la gestione di una piazza di spaccio. Daniele “Trippa” forse non avrebbe rispettato alcuni accordi. E questa decisione l’avrebbe pagata con la vita.
Librino dopo l’omicidio si è trasformato in zona di trincea. Con sgarri, vendette e minacce anche esplicite. Gli assassini, tra cui un minore, si presentano dai carabinieri e vuotano il sacco. Tra questi, Davide Celso, difeso dall’avvocato Vito Pirrone che nel corso dell’ultima udienza aveva chiesto alla Corte d’Assise di rivalutare la perizia psichiatrica del suo assistito. Per il difensore la consulenza depositata presentava alcune lacune. Dopo il deposito delle motivazioni è molto probabile che la difesa presenterà ricorso per Cassazione.
LA CRONACA DELL’OMICIDIO
LE FOTO
IL VIDEO
LE INDAGINI
I PRIMI SOSPETTI
I FERMATI
I NOMI DEI PRESUNTI ASSASSINI
LA VENDETTA DOPO L’AGGUATO
