CATANIA – E’ riuscita a chiamare il padre per chiedere aiuto. L’orrore vissuto da una sedicenne rumena diventa oggetto di indagine della Squadra Mobile che è riuscita a strapparla alla sua sfruttatrice che l’avrebbe portata in Italia con la promessa di un lavoro e poi l’avrebbe costretta a prostituirsi.
La Polizia di Stato ha fermato la romena Mariana Ozvat, (cl. 1984) e già volto noto alle forze dell’ordine con l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile. Il pomeriggio del 13 marzo, un cittadino rumeno si presentava presso gli uffici di Polizia di una Questura del Nord Italia per denunciare che la figlia, di sedici anni, “Dorina” – nome di fantasia, n.d.r. – durante la notte, l’aveva chiamato al telefono cellulare, implorando aiuto perché costretta a prostituirsi in strada.
La ragazza riferiva al padre di trovarsi nella città di Catania, indicando di essere trattenuta presso un’abitazione del rione San Cristoforo, della quale forniva via e civico, da una coppia di connazionali che alla fine del mese di gennaio l’avevano condotta in Italia con la falsa promessa che avrebbe svolto il lavoro di badante.
Il personale della Squadra Mobile – Sezione “Criminalità Straniera e Prostituzione”, acquisita la notitia criminis, avviava immediatamente le indagini, verificando che in effetti la minore era entrata in Italia dalla frontiera di Trieste in compagnia di due individui, un uomo ed una donna, quest’ultima nota a questa Squadra Mobile per essere stata coinvolta in vicende collegate al fenomeno della prostituzione su strada.
Venivano, pertanto, iniziate le ricerche della minore sia presso l’abitazione indicata dal padre in sede di denuncia, che presso altri luoghi nei citati siti, tuttavia, non veniva rintracciato alcuno dei soggetti coinvolti.
Le ricerche della giovane, continuate senza sosta, portavano ad un’altra abitazione, nel rione San Cristoforo, dove è stata rintracciata. La minorenne non era segregata e si trovava insieme a un uomo romeno.
Negli Uffici della Squadra Mobile, la giovane raccontava la sua storia, dichiarando di essere giunta a Catania circa un mese fa, a bordo di un’autovettura con targa italiana, unitamente a Ozsvat Mariana ed al connazionale indicato in denuncia dal padre. A dire della ragazza, era stata Mariana a proporle di trasferirsi in Italia, precisamente a Catania, prospettandole la possibilità di un lavoro regolare come badante. La giovane, accettata la proposta, veniva affidata alla Ozsvat.
Giunta a Catania, “Dorina” veniva collocata in un appartamento ubicato nel rione San Cristoforo (dove veniva ritrovata nella giornata del 13 marzo 2017) ed avviata alla vita “sul marciapiede”.
La minore, prostituendosi, avrebbe dotuto restituire i soldi anticipati dai suoi connazionali per il viaggio fino a Catania, pagando, altresì, il vitto e l’alloggio. La Ozsvat le aveva consegnato un telefono cellullare munito di scheda ed abiti succinti da indossare per prostituirsi nei pressi del porto di Catania, sotto il vigile controllo della stessa, che aveva imposto le tariffe che Dorina doveva chiedere per le prestazioni sessuali. Nel caso in cui gli incassi fossero stati esigui, la Ozsvat la rimproverava aspramente.
Mente era in corso la verbalizzazione di “Dorina”, il personale della Sezione “Criminalità Straniera e Prostituzione” procedeva alle ricerche dei due “aguzzini”.
Ritenendo che sarebbero rientrati nell’abitazione dove era stata trovata la minore, il discreto servizio di osservazione dava i suoi frutti. La donna veniva bloccata e condotta presso gli Uffici della Mobile dove è stata dichiarata in stato di fermo di indiziato di delitto per il reato di sfruttamento della prostituzione minorile.
Espletate le formalità di rito, la fermata è stata associata presso la casa Circondariale di Catania “piazza Lanza” a disposizione dell’A.G., mentre “Dorina” è stata collocata in una struttura protetta.