Bugie e passi indietro | La "telenovela" Humanitas - Live Sicilia

Bugie e passi indietro | La “telenovela” Humanitas

L'ex assessore Russo smentisce le dichiarazioni del presidente Crocetta che ha attribuito al passato governo le responsabilità del 'caso' della clinica. Si tratta solo dell'ultimo dei passaggi "poco chiari" di una vicenda. Ecco ripercorse tutte le puntate della storia.

PALERMO – “Adesso spero che questa telenovela sia finita una volta per tutte”. Il presidente Crocetta, a modo suo, ha chiuso la vicenda. Ma in realtà, sulla strada segnata da fatti, smentite, dichiarazioni e documenti che ha attraversato la “vicenda Humanitas” restano ancora tante “buche”. E tanti dubbi da chiarire. A cominciare da quelli sollevati per primi. Il caso infatti scoppia in Commissione Sanità all’Ars. Siamo già a fine ottobre, e i deputati si accorgono che quasi quattro mesi prima il governo aveva approvato (tecnicamente “apprezzato”) una strana delibera. Quel documento, infatti, saltato fuori dalla giunta il 2 luglio scorso, con la firma in calce del presidente della Regione Rosario Crocetta, dà il via libera a un mega-investimento della clinica Humanitas nel territorio di Misterbianco. Lì dovrà sorgere un polo oncologico e il governo si impegnava, in quell’occasione, a riconoscere alla struttura una settantina di posti-letto convenzionati in più. Pagati dalla Regione, quindi, che avrebbe riconosciuto ai privati anche un budget che poteva arrivare fino alla cifra di dieci milioni di euro.

Una delibera che solleva la reazione e anche i dubbi dei deputati. Che chiedono durante un’audizione a Palazzo dei Normanni, spaventati dalla possibilità di essere coinvolti in accuse di danno erariale, notizie sull’esistenza di un “accordo vincolante” tra la Regione e la ditta. Ipotesi seccamente smentita dall’assessore Lucia Borsellino, presente in Commissione.

Ma il caso, ormai, è esploso. E assume subito una connotazione politica, mettendo a nudo i rapporti tesi all’interno della maggioranza di Rosario Crocetta. Una maggioranza dalla quale, in quei giorni, l’Udc sembra pronta ad uscire: “Il governo ritiri quella delibera o ce ne andiamo”, tuona il ministro D’Alia. E l’ira dei centristi, al di là delle dichiarazioni ufficiali, è legata al fatto che quella clinica fosse considerata “nell’orbita” dell’area politica che fa capo a Luca Sammartino (la madre è direttrice del centro) e Lino Leanza, rappresentanti di “Articolo 4”.

Il presidente Crocetta prova subito a gettare acqua sul fuoco. “Quella delibera sarà sospesa. E comunque non è ‘esecutiva’”. E negli stessi minuti accenna a un fantomatico parere richiesto all’Ufficio legislativo e legale. Un passaggio che non trova conferme ufficiali e che in qualche modo sarà smentito dai fatti successivi.

Quella delibera, secondo il governo, come detto, non sarebbe “esecutiva”. Ma il presidente si affretta a convocare una giunta di governo per procedere con la revoca di quell’atto. Facendo riferimento anche a nebulose “direttive ministeriali”. “Così chiudiamo la vicenda”, chiosa Crocetta. Condendo la piccata precisazione con accuse sparse a chi ha diffuso le “indegne voci” riguardanti l’intenzione di Lucia Borsellino di presentare le proprie dimissioni. Intenzione di cui ha dato notizia Livesicilia. E che l’indomani, nonostante la ferma presa di posizione del governatore, trova riscontro sulle massime testate regionali. Le “indegne voci”, insomma, erano insomma qualcosa di più.

Ma già che c’è, Crocetta apre altri fronti. La revoca della delibera – fa sapere – è legata alla rimodulazione in atto nella Sanità privata. Il governo, in pratica, si accorge oltre un anno dopo l’introduzione del decreto Balduzzi, che quella norma chiede di ridurre i posti letto. E non di aumentarli, come stabilito nella delibera di governo. La giunta , però, se ne accorge solo ad ottobre. Nel pieno della querelle. E così, lo “strano ritardo” viene mascherato con accuse vaghe (ma nemmeno tanto) a governi che avevano piazzato al vertice dell’assessorato della Salute, esponenti del mondo della Sanità privata. Con un vertiginoso viaggio indietro nel tempo. Di quindici anni.

Ovviamente, l’improvvisa consapevolezza che (guarda un po’) i posti letto vanno tagliati, non certo implementati, apre il fronte delle polemiche con l’Aiop. Le cliniche però ribattono: “Noi abbiamo fatto tutto ciò che ci spettava”. Humanitas, insomma, piano piano, rischia di finire sullo sfondo.

Ma in realtà è pur sempre quello il casus belli. Che torna sempre nelle parole del governatore. Crocetta insomma, prova a ribattere e a chiudere così la faccenda. E invece, non fa che riaprire maglie per nuove polemiche. E per far emergere nuove “contraddizioni”.

Il nuovo obiettivo è infatti il governo Lombardo. Quel progetto, infatti, sarebbe stato ereditato dall’ex assessore Massimo Russo. “Vi mostrerò le carte”, promette Crocetta. Carte che, ovviamente, non si sono ancora materializzate. Si è materializzato, invece, l’ex assessore alla Salute: “Noi non abbiamo firmato nulla. Nessun accordo. Da Crocetta troppe menzogne. E Lucia Borsellino non ha voluto raccontare la verità”. Nessun accordo, dice Russo, è stato sottoscritto dal passato governo.

E in effetti, le “carte” raccontano un’altra verità. Svelata proprio da Livesicilia. Proprio negli stessi minuti in cui governatore e assessore si affannavano a spiegare come la interlocuzione con i vertici di Humanitas non fosse approdata a nessun “atto vincolante”, ecco la pubblicazione sul nostro giornale del contratto, sottoscritto da Regione e clinica per la nascita della nuova struttura a Misterbianco. Livesicilia si reca anche nel Catanese. E scopre che il cantiere va avanti. I lavori non solo sono partiti. Ma non si fermano. Perché le “carte” raccontano una verità che non coincide con le dichiarazioni del governo. “Adesso la telenovela può ritenersi chiusa”, ha detto il governatore. Una telenovela piena di “imprecisioni”. Se non di bugie. E sulla quale aleggia ancora l’ombra delle “carte”. Quel contratto che impensieriva i deputati regionali, in commissione Sanità, dove scoppiò il caso: “Non ci saranno mica – hanno messo a verbale diversi parlamentari – rischi di un danno erariale?”. A questo interrogativo, ancora, “le carte” non hanno dato una risposta.


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