CATANIA – Resti preistorici e dell’epoca romana. Testimonianze di un industriso passato, ma anche del più recente conflitto mondiale. Nel cuore del quartiere Barriera Canalicchio si nasconde un pezzo di storia importante da valorizzare. Queste le intenzioni del consigliere comunale del gruppo Misto, Massimo Tempio, che ha proposto di estendere l’istituito Parco Archeologico di Catania a tutta quell’area a monte del parco Gioeni. Un luogo ricco di storia, e preistoria, con siti di particolare importanza, dalla Grotta Petralia, la più imponente galleria di scorrimento lavico preistorica ubicata a una quota così bassa, al monumento funerario romano del Monte S. Paolillo, all’Acquedotto Benedettino di cui rimangono alcune porzioni all’interno del parco e più a nord, alla base della collina della Timpa.
La proposta è arrivata alla settima commissione consiliare permanente e all’archeologo della sovrintendenza ai Beni culturali, Andrea Patanè, che ha evidenziato come quanto avanzato dal consigliere possa essere una strada percorribile a livello normativo, per quanto rimangano alcune questioni non di poco conto, relative ad esempio, alla proprietà dei terreni. La proposta, in realtà, non è nuova – afferma Tempio – il documento era già stato trasmesso all’amministrazione comunale dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali etnea il 21 marzo del 2012, ma sulla prima proposta di istituzione di Parco archeologico il consiglio non si era pronunciato. Ora, la riperimetrazione del parco – continua – dà la possibilità di ampliarlo, inserendovi anche questi siti”. Tempio porta ad esempio l’ampia zona archeologica compresa tra Naxos e Taormina.
“Il perimetro deve estendersi oltre il centro storico – prosegue il consigliere –
per questo ho proposto alla Sovrintendenza di ampliarlo in base alla legge regionale 20 del 2000”. La norma prevede l’istituzione di Parchi con autonomia finanziaria: il 70 per cento degli introiti sarà gestita dal Parco stesso “come sta già avvenendo ad Agrigento con la Valle dei Templi – evidenzia Tempio – un elemento di ulteriore sviluppo della città”.
La proposta pare condivisa dalla Sovrintendenza ma necessita ancora di alcuni passaggi. Primo fra tutti, quello di verificare le proprietà e le disponibilità dei privati. Come nel caso della Grotta Petralia, che si snoda sotto le vie Liardo, Leucatia e De Logu e alla quale si accede da una proprietà privata. Per accedere al bene pubblico, in quanto si trova nel sottosuolo, la possibilità di accesso potrebbe costituire un problema. “L’acquedotto si trova nel territorio comunale –spiega il consigliere – ma l’ingresso della grotta e i siti di Monte Paolillo sono in proprietà privata. Si potrebbe però coinvolgere i proprietari – sottolinea – farli diventare parte attiva nella gestione, o comunque nel Parco stesso, ed evitare espropri costosi”.
Al di là del riconoscimento, dell’ampliamento del perimetro del parco, per Tempio quello che conta è sfruttare questi beni archeologici che potrebbero creare indotto lavorativo. “Bisognerà coinvolgere il presidente del Parco archeologico – conclude Tempio: sarà questo il prossimo passo”.
(Foto copertina: Etnanatura)