Parco Cassarà, scrigno di rifiuti | L'allarme resta alto - Live Sicilia

Parco Cassarà, scrigno di rifiuti | L’allarme resta alto

L'ingresso del parco Cassarà

Si continua a scavare a decine di metri di profondità nel polmone verde di Palermo finito sotto sequestro ad aprile scorso. Ad impensierire sono i materiali sabbiosi.

PALERMO - L'INCHIESTA
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PALERMO – Sono spuntati pure residui di lavorazione della cera. Il parco Cassarà è una collina di rifiuti accatastati negli anni, sedimentatisi nel tempo quasi a segnare una lunga stagione di sciacallaggio ambientale.

Gli ultimi carotaggi disposti dalla Procura nulla di buono annunciano. Si continua a scavare a decine di metri di profondità nel polmone verde finito sotto sequestro ad aprile scorso. Ad impensierire, più che la cera, sono i materiali sabbiosi rinvenuti nel sottosuolo. Si sta valutando se si siano verificate delle infiltrazioni nelle falde acquifere.

La Procura ha diviso il parco Cassarà in tre zone – verde, gialla e rossa – a seconda dei livelli di inquinamento registrati. Quella verde, che si estende dalla parte di corso Pisani e Villa Forni, di fatto, è stata affidata dalla magistratura al Comune che dovrà metterla in sicurezza. Rispendendo alle sollecitazioni del presidente e dei consiglieri della IV Circoscrizione, l’assessore comunale al Verde, Francesco Maria Raimondo, ha annunciato che dalla prossima settimana qualcosa in tema di bonifica si muoverà. L’amministrazione sta cercando di capire se può agire con uomini e mezzi interni oppure servirà l’aiuto di imprese esterne per ripulire e smaltire la zona verde da metalli pesanti, zinco, rame, piombo, fibre di amianto e tetracloro etilene (una sostanza alogena che si trova nei solventi e negli svernicianti, molto usata dalle lavanderie). Tecnicamente non si tratta di un dissequestro, ma di un accesso temporaneo consentito alle maestranze specializzate per mettere le cose a posto.

Le maggiori preoccupazioni arrivano dalla zona rossa, quella a ridosso di via Ernesto Basile, che il procuratore aggiunto Dino Petralia, ha definito “una bomba ecologica”. Ed è qui che sono stati rintracciati sabbie vulcaniche tipiche delle operazioni di sverniciatura, copertoni, materiali elettrici, plastica, inerti da demolizione edile e i residui di cera. E poi c’è la zona intermedia, al confine con le due precedenti. Anche questa resterà esclusa dagli interventi comunali. La prossimità con la parte rossa della mappa disegnata dalla Procura invita alla cautela.

La sedimentazione dei rifiuti rende complicato anche il lavoro investigativo delegato dalla Procura della Repubblica cui spetta il compito di individuare i responsabili dell’inquinamento del parco Cassarà. Che doveva essere uno spazio di “normalità” cittadina e rischia di diventare il simbolo di una città malata.

 


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