A poco meno di una settimana dal suo arresto emergono nuovi particolari sulla cattura del boss Domenico Raccuglia. E sono particolari inquietanti. Nella vicenda, infatti, ci sarebbe l’ombra di una talpa che con le sue soffiate avrebbe potuto mandare a monte l’operazione della squadra “Catturandi” della polizia.
Il giorno prima del blitz, mentre gli uomini delle forze dell’ordine tenevano sotto scacco il boss pronti ad intervenire, una chiamata, partita da un cellulare aziendale dell’Arma dei carabinieri, sarebbe giunta sull’utenza dei coniugi Benedetto Calamusa e Antonia Soresi, gli ultimi “angeli custodi” del boss di Altofonte. Il telefono dei coniugi, arrestati per favoreggiamento, squillò a vuoto.
I dirigenti della Squadra mobile, secondo quanto riferisce l’edizione palermitana de “La Repubblica”, chiesero immediatamente una riunione con il procuratore aggiunto Antonino Ingroia.
Successivamente, era l’alba di domenica, magistrati e poliziotti decisero di dare non perdere altro tempo e far scattare il blitz in giornata.
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