CATANIA – “Domani mio papà gioca a pallone”, sono state queste le parole di un bimbo alla notizia che avrebbe visto suo padre giocare a calcetto all’interno della struttura penitenziaria dove è rinchiuso, a Piazza Lanza. Tutto parte dal progetto di “bambinisenzasbarre” onlus, facente parte della rete europea Children of Prisoners Europe di Parigi che in Italia è presente da dieci anni e che opera in stretta collaborazione con Università e Ministero della Giustizia.
Questa mattina all’interno del carcere di piazza Lanza si è svolto un incontro di calcetto tra due formazioni di detenuti al quale hanno potuto assistere, per la prima volta, le famiglie e i figli dei reclusi. Una giornata all’insegna della tutela del diritto del bambino allo scopo di rendere possibile la continuità del legame affettivo. Applaudono i bimbi, gridano, incitano i loro papà. “Bellissimo, quando mi hanno telefonato, non credevo alle mie orecchie” – dice Jessica compagna di uno dei detenuti impegnato nella partita mentre tiene forte tra le braccia la loro piccola di appena tre anni. “Cose di questo genere ci vorrebbero più spesso, lui è felicissimo” – aggiunge Loredana che rincorre suo figlio per tutto il campo, lui ha quattro anni.
“I detenuti, in questa struttura sono circa 400 – afferma la direttrice della struttura penitenziaria catanese, Elisabetta Zito – piazza Lanza ne potrebbe ospitare 302, ma la capienza delle nostre celle permette un’oscillazione variante dai 350 ai 400 detenuti quindi nessuna violazione dei parametri europei. Questa casa circondariale risulta ristrutturata anche negli spazi dedicati alle attività non detentive. Noi possiamo vantare una struttura che negli ultimi anni ha visto l’eliminazione dei banchi durante i colloqui, che ha inserito la prenotazione via telematica del giorno e ora della visita in carcere al proprio caro, eliminando quelle fastidiose code e capannelli in piazza Lanza, dodici classi per la scuola – continua la direttrice Zito – abbiamo anche già rimodernato un piano di questa struttura che permetterà un allargamento per le detenute mamme con un nido”.
“Questo progetto permette ai bimbi che hanno i genitori in carcere di vivere il loro rapporto genitoriale, trovare dei momenti e degli spazi – parla Maria Chiara Salemi, operatrice della rete bambinisenzasbarre – facilitati dagli educatori di un progetto che ha visto varie tappe in diverse strutture penitenziarie d’Italia”. Presente al match anche una delegazione dei Lions Catania porto Ulisse con la rappresentante dell’international services Cristina Grasso che si occupa di violenza sulle donne e abusi sui minori attraverso un osservatorio a difesa dei più deboli.