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Pd, Emiliano resta | Via i bersaniani

Bersani, Speranza e i parlamentari della loro area non cambiano idea. Nominata la commissione.

LA DIREZIONE
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Il Pd alle resa dei conti. Tira dritto Matteo Renzi che non partecipa alla direzione Dem. “Ringrazio chi è qui oggi – ha detto Matteo Orfini aprendo la direzione del Pd -. Ho sentito in queste ore Emiliano, Rossi e Speranza e ho chiesto loro di partecipare alla direzione e al congresso e continuerò a farlo non rassegnandomi alla scelta di chi ha deciso di non partecipare”. “Chiedo a chi ha fatto una scelta diversa di ripensarci – sottolinea, con riferimento ai bersaniani e a Rossi – penso ci siano condizioni per andare avanti insieme ed evitare addii. Il congresso serve a questo”. “Quanto emerso nel dibattito in assemblea e dopo non è tale da giustificare e rendere inevitabile addii dal nostro partito. Credo che ci siano ancora margini per tenere unito questo partito”, conclude. “Alla commissione che nomineremo oggi spetta il compito di raccogliere le diverse posizioni per vedere se si può fare ancora qualche passo per ricomporre le distanze”.

Michele Emiliano interviene in direzione Pd: “L’avrei voluto fare in assemblea ma il rispetto che ho per Rossi e Speranza non me l’ha consentito. Oggi vi ribadisco che mi candiderò alla segreteria del Pd. Questa è casa mia, casa nostra e nessuno può cacciarmi o cacciarci via”. “Con Rossi e Speranza abbiamo condotto una riflessione comune – ha detto Michele Emiliano annunciando in direzione la sua candidatura alla leadership del Pd -, Enrico e Roberto sono persone perbene, di grande spessore umano che sono state offese e bastonate dal cocciuto rifiuto ad ogni mediazione. Renzi è il più soddisfatto per ogni possibile scissione”.

Una scelta, quella di Emiliano, criticata dai bersaniani che, invece, sono ormai fuori dal partito. Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza e i parlamentari della loro area non cambiano idea: non hanno partecipato alla direzione e non partecipano al congresso del Pd, di cui non condividono le modalità. Di fatto, a quanto si apprende, sono così fuori dal partito e dissentono dalla scelta di Michele Emiliano di sfidare Renzi alle primarie. È una scelta personale, sottolineano.

Per Roberto Speranza, che guida Sinistra riformista, “dalla direzione Pd nessuna novità. Noi andiamo avanti sulla strada della costruzione di un nuovo soggetto politico del centrosinistra italiano che miri a correggere quelle politiche che hanno allontanato dal nostro campo molti lavoratori, giovani e insegnanti. Occorre iniziare un nuovo cammino”. “Prendiamo atto della scelta assunta da Michele Emiliano di candidarsi nel PdR”, il Partito di Renzi, ha detto Speranza. Il governatore pugliese, con Speranza e Rossi aveva combattuto una battaglia unitaria per avere il congresso in autunno, ma oggi ha deciso, a differenza degli altri due, di restare nel Pd.

“Quando mi descrivono come esitante sorrido amaramente. Sono le stesse persone che non hanno detto al segretario che dopo aver personalizzato il referendum ora vanno avanti con lui senza fare le domande che fanno a me”, ha detto ancora Emiliano aggiungendo che “pensare prima di decidere” è sua regola di vita. “Mi candido nonostante il tentativo del segretario uscente di vincere il congresso a ogni costo e con ogni mezzo, approfittando di aver gestito tutto il potere economico, politico e mediatico. Ha fretta e non concede il tempo necessario a girare nemmeno la metà delle province. Perché i suoi errori, ove discussi, porterebbero a un suo indebolimento”. “Nonostante il poco tempo ci proveremo lo stesso perché per noi il congresso non sarà mai una prova muscolare”, ha aggiunto. E ancora: “Enrico, Roberto ed io abbiamo impedito al segretario di precipitare il Paese verso elezioni anticipate”. “Renzi si è inventato un congresso con rito abbreviato da celebrare entro aprile – ha detto Emiliano -, se facciamo i bravi entro la metà di maggio, mentre 1500 comuni vanno alle amministrative. Ci hanno impedito di svolgere bene la conferenza programmatica. Non vuole concedere agli avversari le feste dell’Unità come luogo di dibattito”.

Indicata commissione congresso in direzione – Ecco gli esponenti Pd che Matteo Orfini ha proposto in direzione per comporre la commissione Congresso: Fregolent, Nardi, Del Barba, Carbone, Bini, Losacco, Ginoble, Di Marzio, Piccione, Montanari, Morassut, Campana, Mancini, Rubino, Bordo, De Maria, Apunzo. A questi si aggiunge il vicesegretario Lorenzo Guerini. La commissione dovrà essere votata dai membri della direzione.

(ANSA)


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