Barbagallo: "Niente rese dei conti nel Pd, sfidiamo Tamajo e Schifani"

Barbagallo: “Niente rese dei conti nel Pd, sfidiamo Tamajo e Schifani”

Il segretario Dem stoppa le polemiche. E contrattacca

Anthony Barbagallo, cosa succede nel Pd siciliano, di cui lei è segretario regionale?
“Il Pd ha avuto un’affermazione straordinaria alle Europee, superiamo il 24 per cento, siamo la forza politica che cresce di più nel paese. Elly Schlein ha rilanciato il partito, riconnettendolo con le questioni sociali: povertà, lotta alle diseguaglianze, tutela del lavoro, ambiente”.

Beh, insomma. Lei ha diramato un dispaccio soddisfatto. Più di uno, però, l’ha contraddetta, ci sono state polemiche sul risultato in Sicilia. Antonello Cracolici parla di una ‘battuta d’arresto’. Voi, tuttavia, sperate nel ‘recupero’ di un seggio.
“Più che polemiche mi pare che in tanti hanno detto come la pensano. Una dialettica a cui siamo abituati, perché noi siamo il Pd. E magari approfondiranno e approfondiremo l’analisi del voto anche negli organismi di partito, nei vari circoli e nelle federazioni, quando si riuniranno. Il secondo seggio? Il meccanismo è complesso. Vedremo”.

Andranno bene anche le voci critiche?
“Ci mancherebbe! Se abbiamo commesso degli errori, la prossima volta tutti insieme ci rimboccheremo le maniche per evitarli”.

Ora si entra nella fase congressuale. Lei che farà?
“Sì, dopo l’estate avvieremo la fase congressuale, un momento che dobbiamo utilizzare per allargare la base del partito, aprire le porte alle forze sane, ai giovani, agli amministratori che ogni giorno si sentono traditi da questo governo che continua a discriminare tra comuni ‘amici’, a cui riserva attenzioni e finanziamenti, e comuni gestiti dagli avversari politici a cui lasciano solo le briciole”.

Dunque?
“Dunque, per costruire l’alternativa in Sicilia, serve sempre di più farsi interpreti dei disagi, delle attese e delle speranze dei siciliani. Questa campagna elettorale è servita anche per toccare ancora una volta con mano le tante questioni irrisolte e l’inadeguatezza del governo regionale: dalla crisi idrica alle interminabili liste d’attesa nella sanità che vedono nella mia città, Catania, le visite specialistiche ordinarie sospese addirittura fino al 30 giugno”.

Lei si ricandida alla segreteria regionale?
“Sono a disposizione del partito”.

Oggi c’è, appunto, la convocazione della segreteria regionale e poi ci sarà la direzione. Il Pd siciliano è sotto di dieci punti, nel voto europeo, rispetto a quello nazionale. Per tornare all’incipit: che clima si aspetta?
“Guadagniamo due punti in più rispetto alle regionali e rispetto alle politiche del 2022. Siamo l’unica forza di opposizione parlamentare siciliana che cresce. Ma siamo, lo ripeto, abituati al confronto, per cercare di capire tutti insieme come possiamo migliorare. E poi ci aspettano le sfide importanti di Gela e Caltanissetta: il 23 giugno può cambiare il vento anche in Sicilia”.

Ma è vero che c’è stata una polarizzazione alle Europee: ovvero Lupo, l’eletto, sostenuto dai deputati regionali e la segreteria regionale con Nicita?
“No, questa ricostruzione non corrisponde al vero. Le candidature siciliane sono state cinque. Ognuna di esse era sostenuta da parlamentari regionali, parlamentari nazionali e da diversi componenti della segreteria regionale. E soprattutto ogni candidato ci ha messo del suo, con la sua storia e il suo impegno. E’ stata una lista molto competitiva e le differenze sono state minime”.

Ma è vero che lei e Giuseppe Lupo siete avversari?
Fake news. Quando ho cominciato a pensare alla lista, Peppino era in cima, con la sua candidatura. Lui rappresenta un valore aggiunto. Infatti, farà benissimo in Europa. Ancora una volta, a nome di tutto il partito, voglio inoltre ringraziare per la loro generosità, Pietro Bartolo, Antonio Nicita, Lidia Tilotta, Maria Timbro e Francesco Belvisi”.

Quindi, nessuna resa dei conti? Proprio sicuro?
“Siamo un partito aperto e dialogante. Ci diciamo le cose in faccia, ognuno esprime quello che pensa e ha la sua posizione. A me piace ascoltare, ma certamente non accettiamo lezioni da chi si è candidato contro il Pd, o ha pensato di umiliarlo, o di utilizzarlo come autobus e aspetta ogni elezione per ritornare in sella”.

Com’è il vostro dialogo con M5S?
“La ferita del 2022 (la rottura alle Regionali, ndr) resta un trauma che brucia. Ma dobbiamo impegnarci per costruire una coalizione larga con valori in comune. La coalizione è credibile se abbiamo la stessa visione e lo stesso modello di regione”.

Non sarà una partita facile…
“Dobbiamo giocarla con l’entusiasmo che ha indicato la nostra segretaria nazionale, Elly Schlein, che ha scelto la Sicilia come campo di battaglia politica”.

A proposito di battaglie politiche: Forza Italia, in Sicilia, è il primo partito. Vi farebbe comodo un ‘signor 120 mila preferenze’ come Edy Tamajo? Dica la verità, segretario …
“Preferisco volentieri il mio gruppo dirigente, i nostri sindaci, i nostri amministratori, i nostri circoli e soprattutto i nostri giovani democratici. Pio La Torre ci ha insegnato ad aggredire i centri di potere, senza fare sconti e guardandoli negli occhi. Anzi proprio oggi, in vista del 2027, lanciamo la sfida a Tamajo, a Schifani e a quel modello di costruzione del consenso fatto di ‘favori’ e non di diritti”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI