Pd, la carica degli ‘zingarettiani’ | Obiettivo riprendersi il partito

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08 Febbraio 2019, 20:07

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PALERMO – Si sono dati appuntamento per domani mattina al Don Orione di via Pacinotti. Lì gli “zingarettiani” siciliani pianificheranno queste ultime settimane di campagna in vista delle primarie del 3 marzo. Quelle primarie che per questa parte del partito siciliano rappresenta anche un’occasione di rivincita dopo il disastrato percorso del congresso regionale che si è chiuso con l’elezione, senza votazioni, di Davide Faraone. L’auspicio, neanche troppo nascosto, dei sostenitori del governatore del Lazio è che con un suo successo si possano rimettere in discussione anche gli equilibri negli organismi siciliani, a partire dalla poltrona di segretario, visto che sull’elezione di Faraone ci sono una serie di ricorsi. E alla domanda se in Sicilia si rimette tutto in discussione se vince Nicola Zingaretti, Teresa Piccione, la competitor di Faraone che si ritirò dalla corsa protestando contro la gestione del congresso, risponde così: “Lo auspichiamo. Io penso che una riflessione vada fatta. C’è l’anomalia di un congresso regionale mai celebrato. Ma non è questo il tema di questi giorni”.

Ma prima tocca vincere al gazebo. E la partita è tutta da giocare. Per diventare segretario, Zingaretti deve vincere con la maggioranza più uno, anche se una vittoria risicata non sarebbe il miglior viatico per il nuovo segretario. I sostenitori del presidente della Regione Lazio sperano in un’affermazione più netta, che però è tutta da costruire. In Lombardia e Toscana, ad esempio, ci si aspetta una buona performance di Maurizio Martina. E anche la Sicilia è una delle regioni dove i renziani puntano a un risultato significativo. Qui n Sicilia, Martina parte favoritissimo a Messina e ha buona chance anche a Siracusa, Palermo e Agrigento. Zingaretti dovrebbe finire molto avanti senza troppi problemi a Trapani, Enna, Caltanissetta e probabilmente anche a Catania e Ragusa. “Ci pare che i numeri che vengono fuori dall’orientamento degli iscritti sono soddisfacenti – dice Teresa Piccione –, ottimi per uno che non ha gestito niente nel partito. Non era scontato l’esito del voto per gli iscritti. Pure in Sicilia Zingaretti aveva vinto, ma il voto di Trapani è stato annullato”.

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“Ci aspettiamo di vincere. Il problema è vincere bene, in maniera tale che ci sa una leadership forte e legittimata”, dice Antonello Cracolici, uno dei big della mozione. Quali ripercussioni avrà il risultato nazionale sul partito siciliano? “Mi pare evidente che il Pd così com’è non ha dove andare in Sicilia, è un partito di separati in casa, privo di una capacità di vivere una battaglia condivisa contro l’avversario”. Risponde Cracolici. Ma se vince Zingaretti c’è un rischio scissione? “Non saprei dove potrebbero andare – risponde l’ex capogruppo -. La verità è che è crollata la prospettiva politica di chi ha pensato che il futuro del Pd era quello di un grande partito dei moderati. Quel modello ci ha portato al disastro e al crollo del Pd come comunità”.

Di certo, gli esiti della disfida nazionale non potranno non avere ripercussioni sulla Sicilia. “Il nostro è un partito nazionale, quindi al di là della baruffa che abbiamo visto in Sicilia, la storia del partito cambierà a seconda dell’esito della sfida nazionale”, dice Anthony Barbagallo, big di Areadem, la corrente di Franceschini che spinge la corsa di Zingaretti insieme agli ex Ds. Ma se la prospettiva renziana del Partito della Nazione è stata superata come dice Cracolici, qual è la prospettiva di un Pd a guida Zingaretti? “Parlare a quei pezzi di Paese che sono disponibili a dialogare con noi per contrastare questi mediocri, fanatici, con un mix di ignoranza e incompetenza”, risponde Cracolici. Per Giuseppe Lupo, capogruppo all’Ars e riferimento siciliano di Areadem, l’obiettivo “è riportare al Pd i tanti voti persi a vantaggio del Movimento 5 Stelle, di elettori che si sentono delusi dall’appiattimento a destra dei grillini”. Di dialogo con i 5 Stelle nessuno parla più. “Ci sono state vicende inquietanti in cui i 5 Stelle si sono sottomessi alla volontà della Lega – dice Piccione -, in un governo fortemente marcato come di destra”. Domani a Palermo la mozione si organizzerà per lanciare la corsa in queste ultime tre settimane. Lunedì Zingaretti sarà a Catania e negli ultimi giorni di campagna dovrebbe ritornare a Palermo.

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08 Febbraio 2019, 20:07

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