“Non ci sembra ci siano problemi di sorta”, “Non ci sono problemi insormontabili”: a fornire una fotografia del primo incontro tra il Movimento cinque stelle e il Pd, sono i rispettivi commenti dei protagonisti. Si chiude nell’ottimismo generale, dunque, il primo contatto tra i due partiti per valutare concretamente la nascita di un governo ‘giallorosso’.
Certo qualche nodo c’è, ed è ancora da sciogliere. Il primo è quello del taglio dei parlamentari, da cui “dipende tutto il dialogo sul resto, abbiamo chiesto garanzie in merito”. Così Francesco D’Uva, capogruppo 5 stelle alla Camera, ha ribadito le priorità dei pentastellati. D’Uva ha anche precisato: “Non abbiamo tavoli con altre forze politiche. Questo è il tavolo principale”. Il Pd dunque può tirare un sospiro di sollievo in merito alla ventilata ipotesi di ‘reunion’ con la Lega, magari con Di Maio premier e il benestare di Matteo Salvini.
“Noi siamo sempre stati e rimaniamo a favore del taglio dei parlamentari – ha risposto la controparte, il capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio -. Siamo disponibili a votare la legge ma riteniamo che vada accompagnato da garanzie costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare. C’è stata un’ampia convergenza sui punti dell’agenda ambientale e sociale – ha aggiunto Delrio – ma c’è un lavoro molto serio da fare sulla legge di bilancio, sulle priorità“.
Parlando di priorità, un’altra tappa ritenuta fondamentale sarà l’incontro tra i due leader di partito. Dopo il primo giro di consultazioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato chiaro: non più di cinque giorni di tempo per presentare una soluzione al Quirinale. Così, le delegazioni di Pd e M5s si sono trovati d’accordo sull’importanza di un faccia a faccia tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Poi si passerebbe ai temi singoli, che potrebbero essere discussi dai capigruppo delle Commissioni parlamentari dei due partiti, con confronti basati su dossier predisposti. “Vogliamo essere già operativi dalle prossime ore”, ha detto il vice segretario del Pd Andrea Orlando, sottolineando però l’importanza del vertice Di Maio-Zingaretti prima di ogni passaggio successivo.