Perquisizioni domiciliari in 17 citta’ italiane sono state eseguite da agenti della polizia postale e delle comunicazioni su disposizione della Procura della Repubblica di Catania nei confronti di 18 indagati per divulgazione di materiale pedo-pornografico su Internet. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Rocco Liguori, l’acquisizione e la diffusione sul web di video di pornografia infantile utilizzando il software di file sharing eMule. Accertamenti sono in corso per risalire ai luoghi della produzione dei filmati per identificare le vittime degli abusi. Le indagini sono state condotte dal compartimento della polizia postale della Sicilia Orientale di Catania, ed erano state avviate dopo una denuncia dell’associazione Meter. Gli investigatori hanno anche agito sotto copertura su Internet con il coordinamento del Centro nazionale di contrasto della pedo-pornografia on-line (Cncpo) di Roma. Le citta’ interessate dalle perquisizioni sono state: Alessandria, Ancona, Bologna, Brescia, Brindisi, Cremona, Cuneo, Lecco, Macerata, Milano, Napoli, L’Aquila, Reggio di Calabria, Crotone, Rimini, Udine e Vercelli.
Abusi di adulti su bambini di eta’ compresa tra gli 8 e i 12 anni, con atti di violenza ripetuti sullo stesso bambino. E’ il contenuto dei filmati sequestrati dalla polizia postale del compartimento della Sicilia orientale, che ha sede a Catania, sfociata nelle perquisizioni domiciliari compiute in 17 citta’ nei confronti di 18 indagati per divulgazione di materiale pedo-pornografico su Internet. L’attenzione degli investigatori e della Procura di Catania e’ posta in particolare su alcuni filmati che sono stati girati nel nostro Paese, con vittime e carnefici italiani. La polizia sta cercando di ricostruire le localita’ e il luogo esatti dove sono avvenute le violenze in maniera da identificare i bambini abusati, che sono ben visibile nei filmati e cosi’ poi risalire ai violentatori. Durante le perquisizioni la polizia postale ha sequestrato diversi computer e materiale informatico e una notevole quantita’ di materiale di pornografia minorile trovati in possesso di alcuni degli indagati.
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