– Omissis – 1-2-2005
Carissimo mio, spero tanto di trovarla bene assieme ai suoi cari. La ringrazio infinitamente del suo abbraccio paterno, della sua amicizia e della sua affettuosità e, mi creda, non ho mai avuto alcuno dubbio su ciò; la lontananza può mortificare la quotidianità del vivere ma mai può offuscare i sentimenti anzi li rafforza quando sono onesti e sinceri come i nostri.
Non ho parole per ringraziarla degli elogi a quel faro ed alla mia persona, ne sono lusingato ed onorato perché provengono da lei. Veda, io non parlo mai con alcuno di quel faro, me lo sono ripromesso e sino ad oggi mantenuto, non è superbia la mia, soltanto che di lui si parlò così tanto mentre era in vita che oggi preferisco che riposi in pace, almeno da parte mia, mi restano i miei ricordi e quelli fortunatamente non me li può togliere alcuno; sento ora la necessità di mettere un po’ da parte ciò che mi ero ripromesso per sprecare due parole: veda che la ho voluto veramente tanto bene e lo stimavo tantissimo, provai tanto dolore e dispiacere per le sue vicissitudini e non ci trovo mai un senso in tutto ciò, si chiese sempre perché proprio lei, non si seppe mai dare una risposta; mi creda da figlio tutto ciò è sola verità. Discorso chiuso.
Ho notato con piacere per lei che nonostante il suo vissuto è riuscito a mantenere il suo credo e la sua fede, io non ci sono riuscito. La mia mamma è una credente e nella fede ha cresciuto i propri figli, ad un tratto non so come e non so quando mi sono reso conto con grande rammarico che con me aveva sprecato il suo tempo, non avevo più la mia fede e non credevo più in niente, per me dio non c’era più o quantomeno non gli andava di guardare giù quando si trattava di me; non avendo fede non c’è più speranza ed infatti oggi vivo per come il fato mi ha destinato, mi preoccupo soltanto di essere un uomo corretto, ho fatto della correttezza la mia filosofia di vita e spero di morire da uomo giusto, tutto il resto non ha più valore. Non pensi che io dica ciò con arroganza, non è così, se mi vedesse noterebbe solo umiltà in questo mio dire, non c’è neanche cattiveria e astio verso qualcuno nelle mie parole; veda, io ho conosciuto la disperazione pura e sono stato solo, ho conosciuto l’inferno e sono stato solo, sono caduto tantissime volte e da solo mi sono rialzato; ho conosciuto l’ingratitudine pura da parte di tutti e di chiunque e sono stato solo, ho conosciuto il gusto della polvere e nella solitudine me ne sono nutrito; può un uomo che ha subito tutto ciò in silenzio avere ancora fede? Credo di no. Oggi aspetto che il mio destino si compia seguendo questo pensiero: “Ho visto ciò che la vita mi ha dato e non ho avuto paura e non ho girato lo sguardo di là e non ho perdonato ciò che non si può perdonare”.
Mi scuso con lei per questo mio dire; il mio non è stato uno sfogo ho soltanto parlato a cuore aperto con un uomo che voglio bene, che stimo e che ho l’onore di essergli amico. Veda che per carattere non parlo mai con alcuno dei miei pensieri intimi, lo facevo soltanto con un uomo ed oggi l’ho fatto con lei. Se l’ho infastidito od annoiato me ne scuso sinceramente, io da parte mia la ringrazio perché parlando con lei mi sono accorto di essere me stesso. Facendola partecipe di ciò che io sento senza alcuna inibizione di sorta. Perché io non parlo mai con alcuno dei miei sentimenti e non soltanto per timore dei greci e dei loro doni, ma principalmente per un mio modo di vedere la vita, non faccio mai nessuno partecipe di ciò che io provo nel mio interiore. Grazie per avermi fatto compagnia in una giornata così uggiosa e non soltanto per le condizioni atmosferiche.
Passo alle miserie di tutti i giorni-
Lei mi chiede una mia analisi su delle argomentazioni che mi ha fatto e che peraltro io già conoscevo perché me le aveva anticipate lo zio di suo cugino ed anche lui mi chiese cosa io ne pensassi; con lui fui più conciso e semplice, invece con lei articolerò il mio pensiero in maniera più ampia. Tengo aprioristicamente a precisare che il mio dire sarà basato esclusivamente sui fatti e non sulla sua persona, perché per me è un assioma che lei farà sempre tutto ciò che potrà nel limite umano affinché la nostra causa possa avere una svolta, so che darebbe la vita per ristabilire la verità delle cose, su ciò non ci piove e sempre grande stima alla sua persona da parte mia. Detto ciò analizzo i fatti a modo mio s’intende è per modo mio includo anche la mia ignoranza su certe tematiche.
Jorge Amado diceva che non c’è cosa più infima della giustizia quando va a braccetto con la politica ed io sono d’accordissimo con lui. In Italia da circa 15 anni c’è stato un golpe bianco tinto di rosso attuato da alcuni magistrati con pezzi della politica ed ancora oggi si vive su quest’onda. Oramai non c’è più un politico di razza; l’unico a mia memoria fu Craxi ed abbiamo visto la fine che gli hanno fatto fare. Oggi per essere un buon politico basta che faccia antimafia, più urla e più strada fa ed i politici più abietti sono proprio quelli siciliani che hanno sempre venduto questa nostra terra al potente di turno. Troppo semplicistico per lo stato italiano relegare il fenomeno Sicilia come un’orda di delinquenti ed una masnada di criminali, non è così, abbiamo più storia noi che questo stato italiano. Se io fossi nato due secoli fa, con lo stesso vissuto di oggi già gli avrei fatto una rivoluzione a questo stato italiano e l’avrei anche vinta; oggi il benessere, il progresso e la globalizzazione fanno andare il mondo in modo diverso ed i miei metodi risultano arcaici, quindi resto soltanto un illuso idealista ed entrambi sappiamo che fine fanno gli idealisti.
Quando uno stato ricorre alle più infime torture per vendetta ed ancor più per portare alla delazione gli esseri più deboli mi dica che stato è. Uno stato che fonda la propria giustizia sulla delazione mi dica che stato è, di certo le delazioni avranno fatto fare carriera a (incomprensibile) singoli ma come istituzione lo stato ha fallito. Hanno praticato e praticano ancora oggi tortura nelle carceri, facciano pure non contesto loro ciò, hanno istituito il 41 bis, facciano pure e che mettano anche l’82 quater, tanto ci saranno sempre uomini che non svenderanno la propria dignità (incomprensibile) da noi, che la smettano di ammantarsi di perbenismo e di alto grado di civiltà, ha nulla di paese civile questo sino a quando certe verità non verranno a galla. Solo la storia la scrive chi vince e loro hanno vinto.
(Incomprensibile) c’è una differenza sostanziale tra lei e me, lei è stato una vittima della giustizia italiana, invece sono un nemico della giustizia italiana che è marcia e corrotta dalle fondamenta. Lo dice Tony Negri ciò ed io la penso come lui; solo che la differenza sostanziale che c’è tra noi due non cambia i suoi effetti, perché ingiustizie ha subito lei ed ingiustizie subisco io senza alcuna differenza tra noi due.
In merito alle sue argomentazioni io penso che non si arriverà mai a niente, non per mancanza di una volontà, lo so che lei farà l’impossibile per arrivare a ciò che mi ha detto, solo che in politica non si fa niente per niente e noi oggi non abbiamo più un potere contrattuale, non abbiamo più nulla da offrire, siamo solo un fardello; chi vuole che si vada a sporcare la bocca per la nostra causa o per tipi come me che vengono considerati ormai carne da macello. C’è solo di prendere atto della sconfitta restando nella propria dignità, un uomo si vede da ciò, soprattutto da ciò, perché la sconfitta forgia noi uomini e non la vittoria. Chiudo così: “Ce l’abbiamo fatta con l’alluvione e la pestilenza; con la legge non s’è potuto, no: abbiamo perso”.
Per l’abolizione dell’ergastolo penso che con il tenpo ci si arriverà ma tutto andrà da sé con il processo di civilizzazione e comunque noi due non saremo più di questa terra perché saranno processi lunghi che vogliono il suo tempo.
Per la revisione dei processi non credo che mai si ci arriverà, glielo detto non interessiamo più ad alcuno ormai. Io ho condanne assurde senza uno straccio di prova oggettiva, la legge dice che due collaboratori di legge che dicono la stessa cosa è prva, ma io ho tante condanne con un solo collaboratore di legge e senza alcun riscontro; ho tante condanne con collaboratori che si contraddicono tra di loro, eppure prendo condanne ovunque e comunque perché è il nome che condannano, posso dire di essere stato in balia ed oggetto di scherno di tanti piccoli Torquemada; ormai è da tanti anni che ho revocato i mei avvocati e non mi difendo più, la mia non è stata una resa, solo che era assurdo che continuassi a difendermi, facciano quel che vogliono, non ho nulla da chiedere ed accetterò tutto con serenità. Quando revocai gli avvocati qualche piccolo ed insignificante Torquemada insinuò sui giornali che era un gesto di sfida. Non è così, non ho voluto sfidare nessuno, tra l’altro non è mio costume lanciare sfide a suon di scartoffie in quanto do alla sfida un valore più nobile, da vero uomo, solo che ho preferito non difendermi più, almeno potrò pensare di non essere stato partecipe a tutti i misfatti che ho subito.
In merito alla commissione d’inchiesta questo è un punto chiave; non tanto per cambiare le cose perché tutto rimarrà per come è, ma solo per il fatto di portare le isitituzioni ad assumersi le proprie responsabilità, sarebbe una grande vittoria portare le cose in chiaro, far sapere al popolo tutte le torture che ha perpetrato lo stato, così almeno la finiscono di definirsi paese civile, una commissione del genere prima di morire la vorrei vedere ma so che non la vedrò mai; vero è che di commissioni ce ne sono state, vedi la Mitrokin e la Telecom-Serbia ma queste interessavano ai potenti di turno e noi mio caro non interessiamo ad alcuno.
Per il discorso benzina mi sono reso conto che è una grande cosa, veda di fare il possibile per arrivare a buon fine, tenga presente che per tutto ciò che compete la mia persona e per tutto ciò che rappresento sono a sua completa disposizione, mi dica di cosa c’è bisogno e dopo farò il possibile.
Per il discorso strade più in là la verrà a trovare un imprenditore e le dirà testuale: “mi manda suo figlioccio Alessio”, con lui potrà discutersi come dovere sviluppare questo capitolo strade. Se la cosa andrà a buon fine poi lei deve decidere quale percentuale l’imprenditore deve lasciare per lei e per me e poi mi incaricherò io di dire all’imprenditore la percentuale che deve lasciare, su ciò non ci sono problemi. Spero che questi lavori vadano in porto.
La prego di dare sempre un caro saluto da parte mia a suo cugino ogni qualvolta lo vede, lo ringrazio.
Credo di averle detto tutto, la prego di scusarmi se ho detto qualche parola in più o se a tratti sono stato sfacciato od impudente, il fatto è che io la voglio tanto bene e la stimo e quindi con lei sono me stesso, associ a ciò anche il fatto che io sono un uomo molto pragmatico e che sono riuscito a deludere finanche le mie illusioni, che non è impresa da poco, tutto ciò fa sì che io veda la realtà delle cose o per meglio dire la mia realtà in un tale modo, l’unica differenza è che a lei ho detto i miei pensieri invece agli altri non li dico, ma se questo mio parlare senza inibizioni le ha provocato fastidio le chiedo umilmente scusa. La ringrazio per avermi concesso l’onore di scrivermi ed oltretutto mi ha regalato anche un po’ della sua compagnia, grazie di cuore. Quando mi vuole scrivere mi può fare solo immenso piacere, ormai sa la strada che deve usare, se scrive lo consegni entro il 20 aprile, non oltre, anche il 20 va bene, poi io le risponderò col tempo per via delle cautele. Se può dia un caro saluto da parte mia a sua moglie, la ricordo con affetto e mi spiace tutto quanto è accaduto, il pensiero a lei mi riporta a mia madre, io non sono stato un buon figlio per la mia mamma
(incomprensibile)