Sono le sei. Sul divano, a casa, più o meno distrutto. Telefonata: “Scrivi un commento sul derby?”. Non credo di essere all’altezza. Questa partita non si può commentare. Si rischia di scrivere solo cavolate. Esempio: il Catania può vincere lo scudetto, Morimoto ha il turbo sotto le mutande, Zenga è un eccelso stratega, Ballardini un pivello, i rosa isterici, Mascara meglio di Pelè, Bizzarri più forte di Buffon e Jashin, l’arbitro Rosetti egocentrico, eccessivo, irritante, Zamparini tirchio; tre rosa da fucilare (scherzo) per essere riusciti a sbagliare da venti centimetri (senza portiere, non scherzo) un pallone che chiunque al mondo avrebbe spedito in rete. Mi rifiuto. Non voglio scrivere cavolate.
Mi limito, dunque, a raccontare il tragitto, nel post partita, tornando a casa, dal parcheggio al portone del palazzo. Al centro della città, al Teatro Massimo; dunque, in ottanta metri incontri tante persone. Ottanta metri, percorsi mestamente, a testa bassa, sapendo che una parte delle persone che incrocio mi dirà certamente qualcosa sul Palermo. E oggi non ho voglia.
Chiudo l’auto. Una Fiat Uno con tre ragazzi, finestrino abbassato: “Che schiiiiiifo”. Dieci passi più avanti: il posteggiatore. “A Sky hanno detto che stanno esonerando Ballardini, è vero?”. Una coppia di cinquantenni: lui mi fa una bella domanda: “Sta andando a suicidarsi?”. E ride. Simpatico. La moglie gli mette una pezza. “Può succedere, stia tranquillo, mi raccomando…”. La sosta per la magnifica discussione dà la possibilità a quattro persone che ci guardano dall’altro marciapiede di attraversare per unirsi al gruppo. Uno dei quattro mi porge una moneta da cinque centesimi. “Li dia a Zamparini per acquistare un attaccante”.
Ma guadagno strada, il portone è lì, a venti metri. Papà con figlia tra le braccia. Si avvicina. “Quello che vediamo in tv”, illustra alla figlia. Senta ma com’è finita la partita?”. 0-4, ha vinto il Catania. Posa la figlia a terra: “Che vergogna. Io allo stadio non ci vado più”. Perchè oggi è andato, chiedo. “No, non vado da tempo”. Ah.
E voi mi chiedete un commento? Ragazzi… Mi sembra più appropriato fare gli auguri alla vostra redazione. Non è stata una bella giornata.
Alessandro Amato