“Nelle periferie si tende a portare la politica del bisogno”. Claudio Fava, presidente della Commissione Antimafia, va dritto al punto. Oggi all’Istituto Comprensivo Angelo Musco è stata presentata l’inchiesta della Commissione Antimafia all’Ars sulla condizione minorile in Sicilia. Un teatro non casuale quello scelto. Una scuola che affronta giornalmente quello che è messo nero su bianco nelle pagine della relazione. Dal vuoto delle istituzioni, all’assenza di strutture ricettive e pubbliche, alla mancanza di alternative. Le associazioni e i volontari diventano i supplenti per accorciare le distanze. Ma nonostante gli sforzi nulla cambia. I giovani sono sedotti dai falsi miti.
“Non è cambiato nulla”, dice ancora Fava. “Quello che vi stiamo raccontando oggi sono problemi antichi e irrisolti”, evidenzia. “Abbiamo deciso che le periferie devono rimanere tali. Ci sono state prove di investimento, di cambiamento. Ma senza risultati”. Catania è l’emblema di una città che vive la periferia nel cuore del centro. San Cristoforo è quel rione, a pochi passi dal salotto di via Etnea, dove ha messo radici la mafia e dove oltre i blitz e gli arresti lo Stato non si sente. Sembra lontano, nonostante la vicinanza. “Una politica pessima”, continua Fava. Librino, così come San Giorgio dove sorge l’Istituto Musco, sembra una città nella città. Palazzoni e grattacieli. Cemento e stradoni. Il teatro Moncada vandalizzato. Un ospedale che appare come una cattedrale nel deserto. Un sogno morto ancor prima di nascere. La scuola rimane l’ultimo baluardo di legalità e riscatto. Ma se poi attorno non c’è nulla? Tutto rimane ancora una volta vano.
La dirigente della Musco Cristina Cascio ha raccontato la propria esperienza. Così come l’assessora comunale Barbara Mirabella, pungolata dalla giornalista Luisa Santangelo, ha spiegato gli sforzi – nonostante il dissesto – affrontati dall’esecutivo Pogliese (ora guidato vista la sospensione del sindaco da Roberto Bonaccorsi) per portare a termine alcuni progetti (come l’erba del campo rugby dei Briganti consegnata dopo tre anni). Giusi Sipala, vicepresidente dei Briganti Rugby Asd Onlus Librino, ha spiegato che “la lettura di alcuni passaggi agghiaccianti della relazione non ha provocato rabbia, ma rassegnazione. Tante cose purtroppo le sapevamo già”. L’appello corale è stato quello di passare “dalle parole ai fatti”. “Ma basta progetti portati dall’alto, serve parlare con chi vive nelle periferie”, ha detto Sara Fagone, Portavoce della Rete Piattaforma per Librino. Il presidente del Tribunale dei Minori Roberto Di Bella e la prefetta Maria Carmela Librizzi hanno sottolineato l’impegno rivolto alla lotta all’abbandono scolastico e alle conseguenti devianze minorenni con la creazione di un Osservatorio. Che ha come fine quello di creare una “rete” che colleghi finalmente Istituzioni e società civile. Di Bella è stato tranciante: “L’istruzione è un diritto e i genitori hanno il dovere di mandare i figli a scuola. E se non lo fanno commettono un reato. A scuola devono andare tutti con le buone o con le cattive”.