GELA- “Troppi blocchi ai cancelli del petrolchimico di Gela per vertenze sindacali spesso spontanee e di piccole entità, che nel 2012 hanno già fatto perdere alle aziende e al personale dell’indotto almeno 134 mila ore di attività produttiva, con perdite ingenti”. Lo dicono gli imprenditori dell’area industriale di Gela che, per protestare contro questo stato di cose, stamani sono scesi in lotta guidati da Confindustria e Lega delle Cooperative, in rappresentanza di una trentina di aziende, dando vita a “una storica contro-manifestazione, che – hanno puntualizzato – pur tutelando la libertà di sciopero, rivendica il diritto di poter lavorare e produrre senza ricatti né condizionamenti”.
Così, stamani, alle 7,30, ai cancelli dello stabilimento, dove c’erano già poco più di 20 operai disoccupati pronti al solito blocco quotidiano, si sono presentati i vertici delle ditte appaltatrici, il presidente della Confindustria di Caltanissetta, Rosario Amarù, il presidente della Raffineria di Gela, Claudio Zacchigna, l’amministratore delegato della stessa azienda dell’Eni, Bernardo Casa, dando vita a un estemporaneo sit-in per stimolare l’ingresso in fabbrica dei lavoratori giornalieri, sia del diretto che dell’indotto. Tutto si è svolto nella massima calma. “Comprendiamo le esigenze di chi ha perso il lavoro perché le ditte chiudono – ha detto Amarù – ma le vertenze vanno affrontate e risolte nelle sedi opportune, non possiamo portare tutto l’indotto al fallimento. Noi stiamo cercando di attuare l’accordo siglato in prefettura con i sindacati, attraverso la costituzione di una lista di disponibilità (contenente i nomi del personale inoccupato) alla quale ogni nuova impresa che opererà nel petrolchimico dovrà attingere”.
“Non si tratta di un’area di parcheggio – tiene a precisare, Amarù – ma di uno strumento che deve permettere la riqualificazione del personale in esubero da ricollocare nel territorio, e, fra poco, anche negli appalti delle opere pubbliche che la provincia di Caltanissetta si è impegnata a bandire con questo nuovo protocollo. L’Eni ha programmato investimenti massicci a Gela, non facciamo che scappi dalla Sicilia come ha fatto la Fiat, dopo mille promesse non mantenute”.