CATANIA – L’unica cosa certa in questo momento è anche la peggiore: 130 esuberi, il numero che Pfizer ha comunicato alle organizzazioni sindacali riguardo allo stabilimento produttivo alla periferia sud di Catania. Ma a parte questo numero, la vicenda del ridimensionamento dello stabilimento della ditta farmaceutica nella zona industriale catanese è al centro da giorni di voci incontrollate, prese di posizione e fughe in avanti per scongiurare il peggio, ovvero la cancellazione di centinaia di posti di lavoro. Proprio per mettere ordine l’assessore alla famiglia e al lavoro, Antonio Scavone, ha convocato per la settimana prossima un tavolo con i vertici della multinazionale e i sindacati, e tutta la politica fa appello a Pfizer per chiarire le sue intenzioni.
“Vogliamo chiarire lo stato di fatto”
L’ultimo atto della vicenda è il gesto formale con cui Antonio Scavone, assessore regionale alla famiglia, alle politiche sociali e al lavoro, ha convocato formalmente i vertici Pfizer e i sindacati a un tavolo di crisi, per il prossimo diciotto febbraio. “Fino a questo momento – dice Scavone a Livesicilia – abbiamo avuto solo notizie di stampa e una richiesta sindacale, dunque abbiamo deciso di convocare un tavolo, venerdì prossimo in Prefettura a Catania, per ricomporre le diverse posizioni in questa fase, qual è lo stato dell’arte e le diverse condizioni poste da Pfizer e i sindacati”.
Ma a quali misure sta pensando il governo regionale, nel caso Pfizer si orientasse per i licenziamenti? “Intanto – dice Scavone – vediamo qual è il reale problema, dobbiamo capire esattamente se si parla di licenziamenti o di trasferimenti, se è una posizione già assunta in modo definitivo da Pfizer. Dobbiamo essere vigili di fronte a una situazione che rischia di precipitare e il tavolo di venerdì prossimo è la sede in cui ogni parte dovrà dichiarare qual è la posizione formalmente assunta. Nel caso ci fosse uno scenario inquietante poi passeremmo a un tavolo di crisi, che deve essere prima regionale e poi nazionale”.
I tavoli di concertazione
Nelle stesse ore in cui Scavone ha convocato il tavolo di crisi anche il presidente del consiglio comunale di Catania, Giuseppe Castiglione, ha inviato una nota al vicesindaco facente funzioni di sindaco, Roberto Bonaccorsi, in cui chiede “di voler attuare quanto necessario, con l’attivazione di tavoli di concertazione in cui emergano i bisogni e le opportunità del nostro territorio, affinché gli organi locali e nazionali prendano atto di tale gravissima situazione e pongano in essere tutte le azioni necessarie per salvaguardare il lavoro ed il futuro dell’azienda nel territorio catanese e il consiglio vigilerà con ogni mezzo su quanto verrà proposto e realizzato”.
Sulla vicenda è intervenuta anche la deputata catanese Maria Laura Paxia con una interrogazione parlamentare, in cui chiede al ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti “quali iniziative di sua competenza intende porre in essere con la massima urgenza per evitare una ennesima crisi occupazionale in Sicilia e la perdita di una struttura produttiva in un settore strategico quale quello farmaceutico”.
La lista degli esuberi
Per quanto da diverso tempo circolassero voci su un possibile ridimensionamento dello stabilimento Pfizer di Catania, in cui lavorano più di 700 persone impegnate nella produzione di farmaci a base di pennicillina, la conferma ufficiale è arrivata lo scorso 3 febbraio, quando l’azienda, dopo un incontro con i sindacati avvenuto a Roma, ha annunciato di avere 130 dipendenti in esubero.
Pochi giorni dopo, l’azienda ha mandato ai sindacati e a Confindustria la lista dei 130 esuberi, che ha iniziato a circolare, via WhatsApp, tra i dipendenti. Una lista in cui, ha precisato Pfizer, erano elencate solo le posizioni interessate e non i nomi. Ma i lavoratori si sono lamentati proprio di aver saputo con questa modalità che il proprio lavoro era in bilico. Per quanto infatti la stessa Pfizer abbia fatto sapere di avere seguito i canali istituzionali di comunicazione, diversi operai sono stati spiazzati dal fatto di non essere stati destinatari di nessuna comunicazione.
Le voci
A quel punto hanno iniziato a circolare diverse notizie. Se Catania rischia di essere ridimensionata, lo stabilimento Pfizer di Ascoli Piceno si sta attrezzando per turni da 24 ore per produrre il nuovo antivirale Covid dell’azienda. Quando il direttore dello stabilimento catanese Giuseppe Campobasso ha parlato della possibilità di trasferimenti all’interno della rete di produzione Pfizer in Italia, in molti tra i lavoratori catanesi hanno pensato che potrebbero essere spostati lì.
Poi c’è la questione degli investimenti: la stessa Pfizer, accusata dai sindacati di voler tagliare costi in un momento in cui ha moltiplicato a dismisura gli utili grazie al proprio vaccino antiCovid, ha precisato che sta per investire 27 milioni di euro proprio nello stabilimento catanese. Ma i sindacati hanno ribattuto che 27 milioni sono una cifra irrisoria, adatta solo alla manutenzione degli impianti.

